Qual è il momento giusto per togliere dal mercato i prodotti congelati, in particolare la carne? Nei Paesi europei non esistono in questa materia norme comuni e si sta pensando di legiferare in materia, al fine di aumentare la competitività degli allevatori europei. Il mercato della carne si trova ad affrontare diverse sfide, come la peste suina africana o l’influenza aviaria. Ad incidere ci sono poi le spinte verso diete che prevedono un consumo inferiore di proteine animali, infine la competitività dei prodotti agroalimentari provenienti da Paesi esterni al blocco europeo, che potrebbe acuirsi se venisse ratificato il trattato Mercosur.
Per questa ragione il ministro dell’Agricoltura della Croazia presenterà nel corso del consiglio AgriFish una proposta relativa alla qualità dei prodotti di origine animale, sia freschi che congelati. La Repubblica balcanica ha analizzato come da tempo tra i consumatori sia diffusa la preoccupazione riguardo la durata di conservazione dei prodotti di origine animale congelati. Al momento gli operatori del settore alimentare valutano autonomamente alcuni criteri di sicurezza e qualità degli alimenti. In questo modo confermano che il prodotto mantiene il livello di sicurezza richiesto. Non esiste però una prassi uniforme sul mercato comune europeo per quanto riguarda la durata massima di conservazione dei prodotti surgelati.
Gli Stati membri stabiliscono quindi raccomandazioni non vincolanti per gli operatori del settore alimentare. “Questa prassi disomogenea porta ad approcci diversi da parte degli operatori, comprese le catene di vendita al dettaglio” si legge nel documento di presentazione della questione. “Esistono inoltre dubbi giuridici tra le autorità competenti degli Stati membri in merito alle modalità di determinazione dei termini massimi a livello nazionale, dopo i quali i prodotti surgelati devono essere ritirati dal mercato”, specifica il documento. Secondo la Croazia sarebbe essenziale disporre di regole vincolanti che si applichino a tutti i prodotti immessi nel mercato comune dell’Ue. In questo modo, sostiene il Paese balcanico, i consumatori avrebbero accesso ad informazioni complete ed esaurienti sui prodotti alimentari che hanno acquistato.