La conferma di un secondo caso di peste suina africana è arrivata sabato 24 giugno, in seguito agli esami effettuati all’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche, a Perugia. La carcassa di cinghiale in cui è stata accertata la presenza del virus è stata ritrovata nel territorio comunale di Ponte Nizza, in Valle Staffora, uno dei paesi in cui viene preparato il prelibato insaccato.Nei giorni scorsi i test in laboratorio avevano registrato la presenza del virus in un’altra carcassa di cinghiale rinvenuta in una frazione di Bagnaria, sempre nel Pavese. Ats Pavia, nel frattempo, su ordinanza della Regione corre ai ripari istituendo una vera e propria zona rossa intorno alla fascia collinare e montuosa dell’Oltrepò eha stabilito di limitare il permesso della raccolta di funghi e tartufi nella zona solo per i residenti, proprietari e affittuari di case. Ora potrebbero essere messe in campo limitazioni e interventi più importanti, per cercare di evitare una diffusione a macchia d’olio della patologia, che potrebbe provocare danni molto importanti al comparto primario lombardo. L’arrivo della peste suina nella prima regione italiana per suinicoltura era stato accertato lo scorso lunedì. La conferma ufficiale era arrivata dal Centro di referenza Nazionale in data 20 giugno, come riportato dal Sistema di Notifica Ufficiale delle malattie animali (SIMAN).
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La velocità di diffusione della peste suina
La carcassa di cinghiale sospetta era stata trovata lo scorso venerdì. Secondo alcuni studi, sembra che il contagio di peste suina viaggi a una media di 80 metri al giorno. Per questo motivo, dopo che la settimana precedente era stata accertata la presenza della malattia a Gremiasco, comune in provincia di Alessandria a quattro chilometri da Bagnaria, il timore che potesse aver raggiunto la Lombardia era concreto.
“Era plausibile che nel breve periodo si riscontrasse un caso anche da noi”, ha ammesso il sindaco Mattia Franza. Solo una volta ricevuti i risultati dall’Izsum si potrà ufficializzare la presenza della peste suina anche in valle Staffora.
La zona rossa
Intanto, però, la preoccupazione cresce soprattutto nella fascia collinare e montana dell’Oltrepò. Dai primi giorni di giugno, si sono messe in atto una serie di restrizioni per evitare la diffusione della malattia. Mettendo in pratica l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Attilio Fontana, Ats ha consegnato ai Comuni i cartelli con le indicazioni sulle regole da tenere nella zona rossa, denominata ‘Restrizione II‘.
Le aree sotto osservazione sono: Ponte Nizza, Bagnaria, Brallo di Pregola, Menconico, Zavattarello, Romagnese, Varzi, Val di Nizza, Santa Margherita di Staffora, Cecima, Colli Verdi (la località di Valverde). All’intero di questa zona vige il divieto di addestramento cani e la caccia ai cinghiali, le manifestazioni con almeno 20 persone in aree non delimitate o prossime alle strade asfaltate, sono soggette ad autorizzazione da parte dei Comuni, e i non residenti non possono andare a funghi.
Per quanto riguarda la ‘Restrizione I‘, nei comuni in questa area dovranno essere ricercate carcasse di cinghiale con cadenza almeno quindicinale e la caccia consentita con modalità selettive. Ne fanno parte: Rocca Susella, Montesegale, Godiasco, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Volpara, Borgo Priolo, Rocca de’ Giorgi, Rivanazzano, Colli Verdi (Ruino e Canevino).
Dopo il ritrovamento di una carcassa di cinghiale risultato positivo alla psa (peste suina africana) a Bagnaria (Pavia), l’assessore all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Alessandro Beduschi fa il punto sulla situazione sulle strategie di Regione Lombardia per il contenimento della malattia virale (non trasmissibile all’uomo) che colpisce i cinghiali, mettendo a rischio gli allevamenti suini.
“Il livello di attenzione rimane altissimo – dichiara l’assessore Beduschi – perché da settimane ormai la malattia lambiva i nostri confini tra le province di Alessandria e Pavia. L’ordinanza firmata il 6 giugno dal presidente Fontana è il primo presidio per circoscrivere la circolazione del virus. Oggi è fondamentale procedere con l’individuazione delle carcasse di cinghiale e parallelamente proseguire con abbattimenti controllati, che stanno avvenendo in collaborazione con gli ambiti territoriali di caccia e aziende specializzate”.
Giovedì mattina a Palazzo Lombardia si è tenuto un incontro con il commissario del Governo per l’emergenza psa Vincenzo Caputo, alla presenza delle strutture tecniche degli assessorati al Welfare e all’Agricoltura.
“Dal Commissario – prosegue Beduschi – abbiamo ricevuto la conferma che il Governo considera efficace il sistema di contenimento approntato dalla Lombardia e, in piena sinergia con i ministri Lollobrigida e Crosetto e col sottosegretario La Pietra, è stato deciso di avvalersi del supporto logistico dell’esercito per pattugliare il territorio e rinvenire le carcasse di cinghiali. Verranno inoltre utilizzati droni per monitorare attività e movimenti di questi animali tra la vegetazione”.
“Niente sarà lasciato al caso – conclude l’assessore Beduschi – per evitare il dilagare del virus in Pianura Padana, dove nell’area compresa tra le province di Cremona, Brescia e Mantova si trova il cuore della suinicoltura italiana, che dobbiamo preservare con tutti i mezzi possibili, compreso l’impiego di maggiori risorse per consentire interventi di biosicurezza e protezione degli allevamenti”.