«Abbiamo deciso lo stop all’ostruzionismo sul ddl riforme costituzionali perché abbiamo ottenuto che si voti dal 6 al 9 settembre». Canta vittoria Riccardo Nuti, presidente dei deputati M5S, al termine della conferenza dei capigruppo che ieri ha sancito la “pace armata” tra maggioranza e grillini (e salvato il weekend dei parlamentari) dopo la maratona oratoria di tre giorni con cui il M5S ha di fatto bloccato i lavori parlamentari.
Inchiodando il via libera in prima lettura (dopo il voto di fiducia) al Dl Fare ad una interminabile discussione sugli ordini del giorno. Il filibustering attuato dai grillini ha cambiato lo scenario dei lavori parlamentari, che è quanto mai affollato, e con molti altri voti di fiducia in vista.
Altri voti di fiducia in vista
Lunedì 29, la scena sarà occupata alla Camera dal cosiddetto Dl Ecobonus (in seconda lettura, scadenza 4 agosto), ma che dovrà tornare al Senato perché modificato da Montecitorio. Da parte loro, i grillini garantiscono che non ci saranno tempi lunghi, e ipotizzano l’approvazione già per martedì 30 luglio. Stesso discorso, in senso inverso, per il Dl Ilva (anche questo in seconda lettura, scadenza il 3 agosto) all’attenzione di Palazzo Madama, che dovrà tornare alla Camera prima dell’approvazione definitiva. In entrambi i casi, l’ipotesi di un voto di fiducia è molto concreta.
Affollamento di decreti legge
Tempi stretti, considerando anche la pausa d’agosto, anche per il DL 69 “Fare”, contenente disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia, in scadenza il 20 agosto. Dopo il via libera della Camera, approderà in settimana in commissione al Senato: considerata la mole del provvedimento e l’eterogeneità degli obiettivi, aggiunte e modifiche da parte dei senatori saranno quasi inevitabili. Anche su questo fronte, quindi, la fiducia è un’opzione sempre possibile. Stesso copione per il Dl Iva e lavoro giovanile (scadenza il 27 agosto), all’esame del Senato ed atteso alla Camera e il Dl “svuota carceri” (già approvato alla Camera, ora al Senato; scadenza il 28 agosto). E questo per quanto riguarda i decreti urgenti, che saranno i protagonisti dell’estate parlamentare. Ma non saranno soli.
Ddl Riforme costituzionali, voto a settembre
Sul tavolo del Parlamento ci sono infatti diversi ddl che dovrebbero costituire la conferma delle ambizioni riformatrici del governo delle “larghe intese”, a partire dal cosiddetto “Comitato dei 42”, il Ddl 873 governativo per l’istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali. Il provvedimento sarà in Aula alla Camera per la discussione generale l’1 di agosto, anche se le votazioni ci saranno solo a settembre. Anche qui, il nodo sono i tempi: già approvato in prima lettura dal Senato, il Ddl costituzionale richiede infatti una “doppia lettura conforme” delle due Camere con un intervallo di tre mesi tra la prima e la seconda approvazione. Ogni slittamento, in pratica, rischia di far saltare il cronomprogramma riformatore annunciato da Letta al momento del suo insediamento.
Tempi da definire per la riforma del finanzimento ai partiti
Altro ddl “tornasole” per testare la serietà del governo Letta è il ddl per la riforma del finanziamento pubblico ai partiti, che dovrebbe essere abolito per lasciare il posto alle donazioni individuali dei cittadini. La discussione in Aula alla Camera, poi slittata per l’ostruzionismo grillino, doveva iniziare venerdì 26. Nell’ultima riunione di capigruppo tutti i partiti (nonostante le resistenze sotterranee soprattutto di Pd e Pdl) hanno convenuto sull’opportunità di votare il testo (in prima lettura a Montecitorio) prima della pausa estiva, ma la data effettiva sarà decisa in una nuova riunione dei capigruppo già convocata per lunedì.
Altri ddl “politici” in stand by
Non è finita. Nella lista dei provvedimenti da esaminare ci sono poi diversi ddl ad alto contenuto politico, come la delega fiscale, sul quale l’esame della commissione Finanze della Camera ormai a buon punto nel definire i principi che dovranno portare al riassetto del sistema fiscale, e il ddl per la riforma delle norme sulla diffamazione, sul quale la commissione Giustizia della Camera ha completato l’esame. Per non parlare del progetto di legge parlamentare sull’omofobia, che molto difficilmente rientrerà nella programmazione estiva delle Camere dopo la “moratoria” sollecitata dal Pdl e le ultime polemiche sulle norme “bavaglio”. Tutti provvedimenti in stand by, al momento, in attesa di trovare uno spazio per l’esame in Aula.
Il Sole 24 Ore – 28 luglio 2013