L’82% dei Veterinari che lavorano in scuderia o in allevamento ha subito almeno un infortunio nel corso dell’esercizio della professione. Il 60% di loro dichiara di aver contratto malattie professionali come il tunnel carpale, allergie, artrosi, mal di schiena. E’ quanto emerge dalla prima indagine sul settore condotta da Anmvi, tra gli iscritti a Sivar-Sib e Sive.
“Sicurezza sul lavoro in allevamenti e scuderie” è la prima indagine che mira a far luce sui rischi e sugli infortuni professionali a cui i Veterinari ippiatri e buiatri sono esposti.
L’indagine è stata condotta fra giugno e settembre 2023 raccogliendo le risposte di Medici Veterinari ippiatri (58%), buiatri (18%) e del settore degli ovicaprini (10%).
Il curatore e supervisore dell’indagine Ingegner Paolo Tadini, formatore qualificato e Responsabile della formazione in salute e sicurezza sul lavoro per Anmvi, ha commentato i risultati affermando che “i dati dell’indagine promossa da Anmvi inducono a riflettere. È significativo che l’82% dei rispondenti abbia dichiarato di aver avuto un infortunio e questo dimostra che quasi la totalità di chi si occupa di buiatria e di ippiatria ha subito almeno un incidente nell’esercizio della professione”. L’elevata incidenza generale degli infortuni “rivela la presenza di comportamenti e di strutture inadeguate nel nostro Paese”.
Infortuni ricorrenti – Dai dati emerge infatti che tra le principali cause di infortunio un Veterinario su quattro dichiara di aver subito almeno una volta dei calci da parte dell’animale. Tra le cause di infortunio più ricorrenti figurano anche gli scivolamenti, le punture d’insetto, i morsi e le cariche inferte dagli animali. Il 60% dichiara di aver contratto malattie professionali come il tunnel carpale, allergie, artrosi, mal di schiena.
Profili di responsabilità – Ai Veterinari è stato chiesto se conoscessero i profili di responsabilità professionale, civile e penale, solo un Veterinario su tre ha risposto di essere convinto di sapere cosa siano. “È preoccupante che il 70% non abbia ben chiaro quali siano i risvolti civili e penali e anche questo impone un impegno in termini di formazione” commenta l’Ingegner Tadini.
Risarcimento dei danni – Solo un Veterinario su quattro dichiara di aver aperto una pratica di risarcimento danni dopo l’infortunio, nonostante il 30% dei rispondenti ha dichiarato di aver avuto conseguenze anche minime ma permanenti.
Pesare in maniera preventiva – Secondo l’Ingegner Tadini ogni Veterinario prima di iniziare un lavoro in scuderia o in allevamento dovrebbe allenarsi a “pensare in maniera preventiva”, sarebbe utile fare una verifica per capire se esistono le condizioni consone che consentano di lavorare e “qualora si vedano delle mancanze è indispensabile avvisare l’allevatore per chiedergli delle modifiche che migliorino la messa in sicurezza del luogo”. “Inoltre, il Veterinario dovrebbe indossare adeguati dispositivi di protezione individuale e prevedere una via di fuga”. Secondo Tadini “È importante abituarsi ad applicare procedure e strumenti che permettano di pianificare ancora prima di iniziare il lavoro quali saranno le migliori azioni in cui lavorerà. “In Anmvi, insieme a Sivar-Sib e a Sive, ci impegneremo per lavorare su più fronti, in particolare su Veterinari, ambienti di lavoro e Allevatori” conclude.