«Non c’è tempo da perdere, fate la terza dose di vaccino il prima possibile. La nuova variante Omicron è un’emergenza nazionale. È una nuova ondata, una marea». Cinque mesi fa Boris Johnson timbrava il “liberi tutti”: addio a mascherine e qualsiasi restrizione contro il coronavirus. Nel Regno Unito sembrava di essere tornati al 2019. Ieri sera, invece, il primo ministro britannico ha lanciato l’appello al Paese: «Vaccinatevi tutti, e subito». Perché Omicron corre oltremanica. Dilaga in maniera esponenziale.
La premier scozzese Nicola Sturgeon e quello gallese Drakeford già lo chiamano «tsunami». Solo ieri altri 1.239 casi di Omicron nel Paese, raddoppiati rispetto al giorno prima. Entro fine anno si stimano un milione di contagi.
E così, convinto dai suoi scienziati che ieri hanno alzato l’allerta nazionale Covid al livello 4 su 5 (non capitava da febbraio), Boris Johnson ha deciso di appellarsi ai cittadini di domenica sera: «Scusate, ma devo parlarvi — ha detto il primo ministro — Siamo di fronte a una nuova emergenza contro il coronavirus. Dobbiamo rinforzare il nostro muro di protezione. Da oggi tutti i maggiorenni potranno prenotare la terza dose, anche a tre mesi dalla seconda. È la nostra unica difesa contro Omicron. Due dosi non bastano. Ancora non sappiamo quanto letale sarà questa variante, ma di certo è molto di più contagiosa, ha raddoppiato i ricoveri in Sudafrica e diversi sono già in ospedale anche da noi».
Per questo, in un Regno Unito che negli ultimi mesi ha avuto circa 50mila casi al giorno di variante Delta per fortuna attutiti dall’azione dei vaccini in termini di ricoveri e decessi, ieri sera Johnson ha lanciato l’operazione “Omicron Emergency Boost”. Ovvero, la sanità britannica, sostenuta dall’esercito, si mobiliterà in massa per vaccinare tutti entro la fine dell’anno. «Avremo ritardi e cancellazioni di altri appuntamenti, anche oncologici — ammette Johnson — ma se non agiamo ora, dopo sarà ancora peggio». Ieri il Regno Unito ha rinnovato i contratti con le aziende di tracciamento dei contagi fino al 2025. A dimostrazione che la fine di questa pandemia è molto lontana.
Come hanno dimostrato studi di Sudafrica e Gran Bretagna, la capacità della variante Omicron di contagiare persone già vaccinate o guarite sembra 3 volte superiore rispetto alla Delta. La contagiosità nel complesso è 3,2 volte più alta. Se una persona con Delta ha una probabilità di infettarne un’altra che condivide la sua casa dell’8,3%, questa percentuale con Omicron sale a 19%. Gli anticorpi hanno un’efficacia nel bloccare la nuova variante ridotta di 10-40 volte (i dati dei vari esperimenti sono ancora discordanti). In Sudafrica dalla fine di novembre — quando Omicron è stata scoperta — a oggi, la variante è arrivata al 90% dei casi, soppiantando la Delta in meno di un mese. Ieri anche il presidente Cyril Ramaphosa, 69 anni, vaccinato, è risultato positivo.
L’Ema, l’agenzia del farmaco europea, non esclude che Delta possa perdere il suo primato anche nel nostro continente entro Natale. Israele intanto ha chiuso le frontiere agli stranieri e ha aggiunto Gran Bretagna, Belgio e Danimarca alla lista delle rotte aeree bloccate. Di fronte alla minaccia, molti paesi — Sudafrica incluso — spingono per accelerare le terze dosi.
L’immunologo americano Anthony Fauci ha spiegato che l’ulteriore richiamo «rappresenta la risposta ottimale», perché riporta rapidamente in alto il numero di anticorpi e riesce a contrastare piuttosto bene il calo di efficacia causato da Omicron. A dimostrazione che le due dosi faticano a bloccare le infezioni, i tre quarti dei casi americani della variante riguardano persone vaccinate. Gli Usa ieri hanno raggiunto le 800 mila vittime dall’arrivo del coronavirus. Il 2021, con 450 mila decessi, è stato anche peggiore del 2020.
Repubblica