Presenza massiccia con 59 donne contro 45 uomini (56,7%). Ma quelle a tempo indeterminato sono meno dei colleghi uomini (27 a 29). Componente femminile significativa tra le borsiste under 35
Se nelle aziende sanitarie i veterinari donna sono appena il 10% del totale dei dipendenti, all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie la presenza femminile è massiccia e raggiunge il 56,7% del totale dei veterinari in servizio. Le donne con questo tipo di laurea che lavorano all’IzsVe, con varie formule contrattuali, sono infatti 59 (contro 45 uomini).
Un dato significativo, superiore anche a quello di altri istituti zooprofilattici, che in parte si spiega con la “rivoluzione” degli ultimi decenni che ha portato un numero maggiore di donne ad iscriversi alle facoltà scientifiche come medicina veterinaria, un tempo scelta da pochissime. Da qui una progressiva crescita quantitativa della presenza femminile ai vari livelli dell’organizzazione. D’altro canto per quanto riguarda l’IzsVe questi numeri si inseriscono in un trend generale ormai consolidato: la componente “rosa” rappresenta in totale infatti ben il 66% dell’organico a tempo indeterminato.
Nello studio sulla risorsa umana compiuto dal comitato per le pari opportunità dell’Istituto in occasione dell’80° anniversario della fondazione, sono state ricordate, peraltro, le azioni positive messe in atto con il piano triennale per valorizzare le competenze al femminile: iniziative formative per sviluppare talenti, promozione dei principi di uguaglianza uomo-donna e una reale parità tra i sessi.
Dati senz’altro positivi che non sono privi, comunque, di qualche complessità, come dimostra una loro disanima più approfondita e dettagliata. Se andiamo a considerare, infatti, i veterinari dipendenti con contratto a tempo indeterminato ecco che gli uomini superano le donne (29 contro 27). Queste ultime rappresentano infatti “solo” il 48,2% del totale.
Ma se prendiamo in esame il numero dei veterinari titolari di borse di studio ecco che le donne tornano in testa e sono 26 su 36 borsisti: ben il 72,2%. Numeri che confermano, ahimè, una maggiore tendenza alla precarietà per il sesso femminile. Meno significativi i dati relativi ad altre tipologie di rapporti lavorativi: i contratti a tempo determinato riguardano due donne e tre uomini e le collaborazioni coordinate e continuative quattro donne e tre uomini.
Una lettura interessante emerge anche dall’esame delle classi di età più rappresentate (partendo da un’età minima di 27 anni e arrivando a una massima di 56): su 59 veterinarie ben 29 hanno meno di 35 anni, 19 sono tra i 35 e i 45 anni, 9 tra i 45 e 55 anni, e due hanno più di 55 anni.
Una presenza estremamente “giovane”, quindi, verrebbe da concludere. Ma se analizziamo l’età delle veterinarie con contratto a tempo indeterminato scopriamo che dieci di loro si collocano tra i 35 e i 45 anni di età (la fascia più rappresentata), nove tra i 45 e i 55 anni, due sopra i 55 mentre solo sei hanno meno di 35 anni. Il dato si rovescia, ovviamente, per le titolari di borse di studio che sono 21 under 35 e 5 tra i 35 e i 45 anni.
Insomma, la stabilità lavorativa anche per le veterinarie arriva tardi. Ma questo è un aspetto più generale che non rappresenta una specificità al femminile.
Tabella – IzsVe. Veterinari donna. Numero, tipo di contratto e classi di età