L’ente verrà retto ad interim dall’attuale direttore sanitario, il bresciano Giorgio Varisco, che resterà in carica circa un anno. Si dovrà aspettare l’inizio del 2020 prima che la Regione Lombardia indichi — di concerto con l’Emilia Romagna — il nuovo direttore generale, per i successivi 5 anni. Già, perché in Emilia a novembre ci saranno le elezioni regionali e gli amministratori uscenti hanno preferito lasciare la scelta del manager alla prossima giunta. Scelta dettata anche dal fatto che il cda dell’Izsler scade nel 2020. Per una sorta di patto implicito tra le due regioni l’Emilia sceglierà il futuro presidente (una carica con poteri) che sostituirà l’attuale, il milanese Mario Colombo. Sarà l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi che dovrà il nome del nuovo direttore generale.
Una scelta delicata sulla quale gravano pressioni di non poco conto, visto che l’istituto zooprofilattico controlla tutta la filiera animale nella regione a più alto tasso d’allevamenti di tutta Italia (la provincia di Brescia detiene il record assoluto). L’Izsler è il primo — per numeri e progetti di ricerca — tra i dieci istituti zooprofilattici italiani. È centro di referenza nazionale, europeo ed internazionale per diverse patologie veterinarie e ha un bilancio che altri enti si sognano (9,2 milioni di utile e una liquidità di quasi 119 milioni nel 2017).
7 gennaio 2019 CORSERA