L’Anaao Assomed, “a sostegno della vertenza che conduce da oltre un anno e mezzo, e congiuntamente con il coordinamento dei precari della ricerca”, ha proclamato per martedì 20 giugno una manifestazione nazionale dei ricercatori precari degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e Istituti Zooprofilattici pubblici.
La mobilitazione – informa una nota del sindacato – prevede iniziative locali in ogni Ente per sensibilizzare anche l’opinione pubblica, a fronte della totale mancanza di soluzioni di stabilizzazione che permettano di garantire il lavoro e la continuità alla ricerca biomedica nel nostro Paese.
I ricercatori precari chiedono che “la vertenza venga risolta subito con l’approvazione delle norme legislative che prevedano la definitiva stabilizzazione dei rapporti di lavoro nella dirigenza sanitaria, e la previsione di risorse adeguate per garantire il processo anche per gli aspetti di inquadramento contrattuale”.
“Negli ultimi decenni la ricerca biomedica – si legge nel comunicato dell’Anaao – ha largamente utilizzato queste figure altamente specializzate che hanno contribuito, in maniera determinante, a conseguire livelli di eccellenza anche a livello internazionale”.
“Tali livelli – sottolinea il sindacato – sono stati purtroppo raggiunti abusando largamente di rapporti precari, sottoretribuiti, e privi di ogni forma di tutela del lavoro, tra cui co.co.co., co.co.pro., partite IVA e borse di studio. In tal modo si è determinata una struttura di precariato aberrante, divenuta nel tempo una vera e propria condizione stabile”.
Decreto Madia esclude i dirigenti precari.“Il Decreto Legislativo Madia approvato di recente ha previsto un piano di stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione che – nota l’Anaao – esclude però deliberatamente tutte le figure dirigenziali, cui corrispondono in larga parte i precari della ricerca sanitaria, pur con una proroga degli attuali rapporti che lascia irrisolta una criticità sistemica che non può più attendere”.
L’Anaao Assomed è “del tutto contraria alle ipotesi, sostenute dai confederali, di stabilizzazione dei ricercatori nel comparto, slivellati in basso dall’area della dirigenza cui appartengono per qualità e tipologia di lavoro”.
“Gli oltre 3000 ricercatori di IRCCS e IZS sono allo stremo – conclude la nota sindacale – e non potranno attendere ancora per tempi lunghi e quindi non potranno più garantire una ricerca pubblica indipendente e di alto livello per la prevenzione, la diagnosi e la terapia di malattie gravi, complesse e rare. La ricerca pubblica è un valore prioritario e va tutelata, anche garantendo il lavoro ai ricercatori, protagonisti del settore”.
Quotidiano sanità – 15 giugno 2017