Repubblica. Il vaccino c’è, è stato approvato dall’Aifa, sta arrivando. Partirà da Puurs, un paese di 16 mila abitanti nelle Fiandre sede della Pfizer, varcherà la frontiera italiana su un camion frigo nella notte di Natale, e percorrerà l’autostrada fino a Roma, per essere consegnato all’ospedale Spallanzani. Lo attendono per le 11 della mattina di Santo Stefano. Ora però bisogna anche sorvegliarlo e proteggerlo. Perché in epoca di pandemia quelle fiale ghiacciate a meno 80 gradi sono il nuovo oro. E, come segnalano sia l’Interpol sia le nostre agenzie di intelligence, uno dei rischi è il furto per il mercato nero estero. Cioè che qualcuno rubi le dosi durante il trasporto o dai depositi per rivenderle in quei Paesi fuori dall’Europa che ne sono ancora sprovvisti.
L’allarme è generico, ma la preoccupazione è concreta. Non foss’altro perché, a inizio dicembre, l’Europol ha scoperto che sul Deep Web, la Rete dove si resta anonimi, sono apparse offerte fasulle di vaccino, con tanto di bollo di marchi farmaceutici ignari di essere usati da organizzazioni criminali. Le dosi le avremo presto, dunque. Ma l’aspetto sorveglianza è cruciale.
“Può bloccare la contagiosità”
L’Agenzia italiana del farmaco, ieri, ha dato il via libera all’immissione in commercio del prodotto della Pfizer- Biontech. Dopo l’approvazione dell’Ema, era l’unico step che mancava. L’annuncio è stato dato dal nuovo presidente Aifa Giorgio Palù. «È un vaccino con un margine di sicurezza elevatissimo, intorno al 95 per cento», ha detto. «L’indicazione che sta arrivando è che i vaccini inducano immunità sterilizzante e questa è un’altra buonissima notizia ». Ovvero, oltre a proteggere dalla malattia Covid, pare che riescano ad evitare l’infezione asintomatica e rendano il soggetto non contagioso. Il direttore generale Aifa Nicola Magrini ha aggiunto altri dettagli: «Dalle prime evidenze gli anticorpi si sviluppano dopo 6-7 giorni: che ci si possa ammalare nei giorni successivi alla prima dose è una possibilità remota. Il vaccino è approvato per tutta la popolazione sopra i 16 anni e non ha controindicazioni assolute, neanche per donne in gravidanza o allattamento perché i benefici superano i rischi. Non sono richieste accortezze particolari per anziani o immunodepressi, inclusi chi ha problemi di coagulazione del sangue o sanguinamento ».
Elicotteri, aerei e 20 siti protetti
Una volta entrato in Italia, il camion della Pfizer — che trasporterà due cool box divise in dieci vassoi per un totale di 9.750 dosi — sarà scortato dai carabinieri fino a Roma. Nel laboratorio dello Spallanzani, l’hub centrale, i vaccini verranno divisi in venti confezioni, una per ogni Regione, e saranno dati in consegna ai militari per il trasporto in 20 siti protetti. Se la tratta è entro i 300 chilometri, via terra con autocarri tattici del modello già usato per il trasporto delle bare a Bergamo. Per distanze più lunghe, da Pratica di Mare si alzeranno elicotteri Nh-90 e velivoli C-130 dell’Aeronautica. «In modo da permettere all’intero Paese di partecipare al Vaccine Day europeo del 27 dicembre», dicono dallo Stato maggiore della Difesa. I trasferimenti impegneranno gli uomini delle Forze Armate per l’intera giornata e la notte del 26, affinché tutte le dosi giungano nei centri entro le 7 del 27 dicembre. Plauso del Capo dello Stato Sergio Mattarella: «Grazie alle forze armate, avranno un ruolo prezioso nella gestione della campagna vaccinale ». E grato è anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
La paura di gennaio
La grande paura è, però, per quello che accadrà da gennaio in poi. Da quando cioè, prima Pfizer e poi, si spera, le altre case farmaceutiche che riceveranno il via libera dagli enti regolatori, invieranno in Italia le dosi prenotate. Il piano del commissario Arcuri prevede che Pfizer faccia arrivare direttamente le fiale nei 300 siti di somministrazione individuati in accordo con le Regioni. «Significa — osserva il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho — che mezzi gestiti da una ditta privata circoleranno per le strade del nostro Paese carichi del bene più prezioso, in questo momento terribile della nostra storia».
Il procuratore spiega che «al momento non abbiamo segnali di organizzazioni mafiose o criminali che si siano infiltrate nel business, anche perché al momento non c’è nulla », ma «è il caso di ragionare sul controllo metro per metro delle dosi, dal loro arrivo in Italia fino alla somministrazione». Concorda il vice- capo della Polizia e direttore della Criminalpol Vittorio Rizzi: «Ogni cautela è necessaria: i vaccini possono diventare preda della criminalità, come è avvenuto per le mascherine. Noi stiamo monitorando. Ma, per ora, è un allarme potenziale».
Il piano di prevenzione
Il punto, su cui tutti concordano, è la prevenzione. Perché, come ha fatto notare informalmente il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), la questione vaccini attiene alla sicurezza nazionale. «La notizia che i militari italiani provvederanno a distribuire subito il vaccino Pfizer in Italia», spiega Enrico Borghi, deputato del Pd e membro del Copasir, «è importante per il nostro Paese: si passa dal Truman show a una sana normalità».
L’impegno dell’esercito è previsto per il V-day del 27 dicembre. La logistica di gennaio, invece, è al momento nelle mani della Protezione civile e delle Regioni: la Pfizer porterà in Italia le dosi che, in un lasso di tempo che va da una a quattro settimane, a seconda delle Regioni, verranno trasferite negli ospedali e nelle Rsa. Chi sorveglia il vaccino Pfizer in quei giorni? L’ipotesi su cui già in queste ore si sta ragionando sono le scorte armate, come avviene per i portavalori. Alcune Regioni avevano pensato anche a servizi di guardiania h24. Ma è possibile che si arrivi a un presidio fisso in tutti i 300 punti di somministrazione. Magari, ancora, con la collaborazione della Difesa.