Sulla vicenda della virologa Ilaria Capua, con il trasloco del suo Dipartimento nella Torre della ricerca della Città della speranza che resta bloccato al momento, interviene con un comunicato ufficiale l´Izsve-Istituto zooprofilattico delle Venezia, accusato pubblicamente dalla Regione di aver fatto marcia indietro rispetto a una trattativa che dura dal 2010. «Ci fa piacere che finalmente il Cda dell’Istituto abbia deciso di far sentire la propria voce – commenta Roberto Poggiani, segretario regionale Sivemp Veneto. – Siamo convinti che la concretezza degli argomenti portati dai vertici dell’IzsVe potrà finalmente contribuire a fare un po’ di chiarezza in una vicenda che – tra proclami, giochi politici, interessi e disinformazione – si è mossa all’insegna della più totale confusione».
Bene quindi la presa di posizione del Cda, rimarca Poggiani, «ma rimangono i molti dubbi sulla sorte dello stesso Zooprofilattico e del Crev. Da tempo assistiamo preoccupati allo stanziamento “virtuale” di fondi che rimangono però solo sulla carta e non vengono mai versati. E questo vale per i tre milioni che il ministero della Salute deve dare all’IzsVe o per i finanziamenti della Regione al Crev, in ritardo di ben due annualità. E’ un caso o c’è una strategia dietro a queste “omissioni”? Non nascondiamo la nostra inquietudine: se saltano, le competenze del Crev dove andranno a finire? E l’IzsVe, se fosse privato della ricerca e dell’epidemiologia, a cosa si ridurrebbe? A una sorta di “fabbrica” di analisi? Crediamo che i nostri decisori politici ci debbano rassicurare sul futuro di strutture che rappresentano eccellenze venete. Sarebbe inspiegabile che proprio gli organi di governo della nostra Regione permettessero scippi e impoverimenti ai loro danni».
Il comunicato dell’IzsVe
«In relazione ai recenti eventi mediatici che hanno coinvolto l´Istituto – dice il comunicato diffuso da Legnaro – il Cda-Consiglio di amministrazione ribadisce che ha sempre operato per potenziare l´attività di servizio e di ricerca nel pieno rispetto di una virtuosa gestione del bene pubblico. Oggi l´Izsve costituisce, grazie alla laboriosità di 80 ricercatori e di oltre 500 persone con funzioni tecnico-sanitarie e amministrative, un fondamentale strumento tecnico-scientifico delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, delle Province autonome di Trento e Bolzano e del Sistema sanitario nazionale, che garantisce agli utenti qualificati servizi di diagnostica, sorveglianza e ricerca nell´ambito della sanità e del benessere animale e della sicurezza alimentare. I risultati raggiunti nei settori della ricerca scientifica e della sanità pubblica, in particolare nel campo della prevenzione e del controllo delle malattie infettive nell´interfaccia uomo-animale, fanno dell´Izsve uno degli interlocutori privilegiati delle organizzazioni sanitarie internazionali come Oms, Fao, Oie e partner scientifico in numerosi network di ricerca e di collaborazione con istituti di ricerca e centri di referenza internazionali».
Segue la parte dedicata alla stessa Capua. Ecco le parole del Cda, a cui martedì il governatore Luca Zaia ha rivolto un appello pubblico perché riveda la sua posizione (e la sensazione è che invece le distanze restino): «Particolare attenzione è stata riservata anche alla valorizzazione delle individualità, come nel caso della dipendente Ilaria Capua, che ha sempre avuto dalla sua parte l´Istituto nella sua accezione più ampia, il quale ha adottato in questi anni strategie per darle un´adeguata collocazione dirigenziale approvando una riorganizzazione aziendale funzionale alle sue attività, la disponibilità di un gruppo di ricerca numeroso (70 persone) e altamente qualificato, un continuo potenziamento ed innovazione di attrezzature, di strumentazioni e di strutture ad alto livello di specializzazione. Questo ha fornito tra l´altro la base per ottenere importanti finanziamenti anche dal settore produttivo privato. È intenzione del Cda rafforzare ulteriormente le iniziative di Ilaria Capua e degli altri ricercatori dell´Istituto, nella convinzione che solo attraverso una corretta pianificazione basata su elementi di certezza e concretezza, di legittimità giuridico-amministrativa e con reali sinergie scientifiche per argomenti e competenze si possono conseguire risultati utili al progresso scientifico, economico, culturale e sociale del nostro Paese».
La Capua: sono orgogliosa di far parte dello Zooprofilattico
Da parte sua, la scienziata Capua ieri, interpellata dalle agenzie di stampa, ha risposto che crede ancora nel progetto di un trasferimento del suo team alla Torre della Ricerca e che è dispiaciuta perché «il buon nome dell´Istituto Zooprofilattico sta soffrendo della querelle. Questo progetto era condiviso nel 2011, ma evidentemente a un certo punto qualcuno ha cambiato idea. Io sono uno scienziato: se credevo a questo progetto nel 2011 non ho cambiato idea adesso. Sono orgogliosa di far parte dello Zooprofilattico, orgogliosa di quello che faccio e di ciò che fa tutto l´Istituto». Ha di nuovo precisato di «aver bisogno, per crescere, di determinate cose. Il progetto originale era di potenziare. C´è una volontà politica e c´è una resistenza amministrativa».
24 novembre 2012 – fonti: IzsVe e il Giornale di Vicenza