Si aggrava la recessione italiana nel primo trimestre dell’anno. Secondo la revisione effettuata dall’Istituto di Statistica rispetto alle stime pubblicate a metà maggio, nel periodo gennaio-marzo del 2013 l’economia italiana è calata a livello congiunturale dello 0,6%, contro il -0,5% precedentemente stimato, e a livello tendenziale, cioè annuo, del 2,4%, contro il -2,3% pubblicato in precedenza.
I dati fanno il paio con il ventesimo calo consecutivo della produzione industriale, annunciato sempre stamattina dall’Istat. A questo si aggiunge anche il fatto che la spesa delle famiglie, le cui finanze sono sotto pressione, nel primo trimestre è diminuita di mezzo punto percentuale rispetto al trimestre precedente e del 3,4% rispetto al primo trimestre 2012. Nel raffronto annuo il calo di acquisti di beni durevoli è del 6,7%, quello di beni non durevoli del 4% e le spese per servizi scendono dell’1,7%. L’unica nota positiva di giornata arriva da un altro osservatorio, cioè dall’Ocse, il cui ‘superindice’ segnala l’approssimarsi di una svolta positiva per l’economia italiana e dell’Eurozona: entrambe dovrebbero riprendere slancio.
Quanto al Prodotto interno lordo, si tratta – precisa l’Istituto – di dati espressi in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. Il primo trimestre ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata in meno rispetto al primo trimestre 2012. Per l’intero 2013, la variazione acquisita del Prodotto interno lordo è del -1,6%.
Nel primo trimestre i dati negativi riguardano tutti i settori di attività, fatta eccezione per l’agricoltura. Il valore aggiunto ha registrato infatti variazioni congiunturali negative del 3,6% nelle costruzioni, dello 0,7% nell’industria e dello 0,4% nei servizi, mentre è aumentato del 4,7% nell’agricoltura. In termini tendenziali, cioè nel raffronto annuo, il calo è del 6,9% nelle costruzioni, del 3,2% nell’industria, dell’1,4% nei servizi; aumento dello 0,1% in agricoltura.
Rispetto al trimestre precedente, cioè il periodo ottobre-dicembre del 2012, tutti i principali aggregati della domanda sono diminuiti. Con riferimento alla domanda interna, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,3% e del 3,3%, mentre le esportazioni hanno subito un calo dell’1,9%. Le importazioni hanno registrato una flessione dell’1,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,9 punti percentuali alla variazione del Pil, con contributi di -0,3 punti dei consumi delle famiglie e di -0,6 degli investimenti fissi lordi; l’apporto della spesa della Pubblica Amministrazione (Pa) è stato nullo. Il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,1 punti percentuali, mentre le scorte hanno fornito un apporto positivo di 0,3 punti percentuali.
Repubblica – 10 giugno 2013