In alcune aree del Paese la variante Omicron è già causa dell’80% delle infezioni mentre in altre è quasi del tutto assente. A livello nazionale la sua diffusione è del 28,2% secondo l’esito della flash survey condotta dall’Istituto superiore di sanità su campioni notificati il 20 dicembre e quindi risalenti a giorni precedenti. È quindi certo che il dato attuale sia già più alto. Questi i dati emersi questa mattina nel corso della cabina di regia riunitasi per studiare possibili nuove misure per contrastare l’avanzata di Omicron.
Repubblica. «Omicron è esplosa». Non usa mezzi termini, il tecnico del ministero della Salute, per descrivere cosa sta facendo la variante nel nostro Paese. Nella prima “flash survey”, cioè indagine rapida, che risale al 6 dicembre rappresentava una quota compresa tra lo 0,2 e lo 0,3% dei casi. Appena due settimane dopo è cresciuta enormemente, di cento volte. Ieri le Regioni hanno inviato all’Istituto superiore di sanità i dati dei tamponi analizzati lunedì: ne emerge che Omicron ha una circolazione superiore al 25% e probabilmente già vicina al 30%.
Sarà questo il dato che verrà portato al premier Mario Draghi oggi, prima della cabina di regia. A questi ritmi, entro la fine dell’anno Omicron diventerà la variante prevalente, cioè rappresenterà oltre la metà dei casi.
In certe Regioni si scavalca anche il 30%. È il caso della più grande d’Italia e anche una delle più colpite in questo momento, la Lombardia. Qui l’aumento dei contagi degli ultimi giorni dimostra come sia proprio la variante che sta spingendo i numeri verso l’alto. Ma non lo fa da sola, perché la Delta è ancora prevalente e di sicuro sta provocando tanti contagi. «Notiamo una differenza tra la zona Nord-Ovest della Regione, dove Omicron circola di più e ci sono importanti cluster, e quella Sud-Est, dove è meno presente. Comunque, siamo sopra al 30%». A parlare è Fausto Baldanti, che dirige il laboratorio di Virologia e microbiologia del San Matteo di Pavia. «Il dato italiano — aggiunge — è legato anche al fatto che stiamo facendo tantissimi tamponi in tutto il Paese. C’è quindi una maggiore capillarità di identificazione ». Baldanti vuole smentire una affermazione che molti fanno in queste ore. «Non è vero che sequenziamo poco — dice — L’Italia è tra i Paesi che fanno più genotipizzazioni, cioè un approfondimento di screening che trova le mutazioni principali. Dopo, se necessario, si può fare una nuova ricerca con il sequenziamento, ma un primo risultato si ottiene già. La sintesi è che i nostri esami per cercare la Omicron sono tanti. Ormai diventa urgente aggiornare i vaccini esistenti includendovi la spike delle varianti maggiori ». Ha avuto alcuni cluster in questi giorni la Toscana, i cui dati inviati a Roma ieri per la flash survey parlano di una Omicron al 15-20%. Nel policlinico di Careggi i casi sono saliti in tre giorni a quasi 200. «Per ora i contagiati sembrano colpiti in modo un po’ meno violento — dice Mauro Pistello, direttore della Virologia di Pisa — Dobbiamo comunque cercare di limitare la diffusione, per evitare che si sviluppino le “varianti della variante”». In Emilia-Romagna i numeri sono simili a quelli toscani: anche qui la variante ci ha messo pochissimo a diffondersi. «Stimiamo una presenza del 20%, ma i casi certi sono dieci», spiega l’assessore alla Salute, Raffaele Donini. E anche altre Regioni hanno una presenza importante di Omicron, ad esempio l’Umbria. Nel Lazio invece il dato sarebbe un po’ inferiore, intorno al 15%.
Omicron ha accelerato la corsa in modo importante negli ultimi 5-6 giorni. Il quadro che verrà presentato oggi al premier Mario Draghi dal presidente dell’Istituto superiore di sanità non sarà del tutto completo, perché alcune Regioni a ieri sera non avevano ancora inviato i dati. La tendenza comunque è chiara: la variante corre. La flash survey è stata fatta lunedì: già adesso, di sicuro, la variante è ancora più diffusa, con numeri in crescita anche nelle zone del Paese finora meno colpite. Del resto si sta muovendo in modo davvero velocissimo.