La Corte ha rilevato aspetti di approssimazione e scarsa chiarezza nella definizione della dotazione organica, evidenziando la necessità di una ricognizione completa e trasparente della consistenza del personale.
La Sezione controllo enti della Corte dei conti ha approvato, con Delibera n. 111/2022, la relazione sulla gestione 2021 dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ente sottoposto alla vigilanza del Ministero della salute che, durante l’emergenza sanitaria, ha assunto ruolo primario nella sorveglianza dei dati epidemiologici di Regioni e Province Autonome e nella mappatura dell’epidemia sul territorio nazionale. “Il costo complessivo del personale 2021 (1.710 unità a tempo indeterminato e 157 a tempo determinato, di cui 938 in ruoli tecnici e amministrativi e 772 ricercatori) – afferma la Corte – è pari a 120.035.844 euro, in aumento dello 0,4% rispetto ai 119.593.040 del 2020. Sul punto, la Corte ha rilevato aspetti di approssimazione e scarsa chiarezza nella definizione della dotazione organica, evidenziando la necessità di una ricognizione completa e trasparente della consistenza del personale”. “La Corte ribadisce – si legge nella relazione – che la programmazione del fabbisogno del personale, come emerge dal PTA, presenta aspetti di scarsa chiarezza ed approssimazione nella definizione della consistenza della dotazione organica e delle reali esigenze finalizzate alla realizzazione degli obiettivi programmatici, ed invita l’Ente ad effettuare una ricognizione completa e trasparente della consistenza del personale e del numero di unità che, per ciascun profilo professionale, può essere assunto mediante le procedure di reclutamento, secondo i principi enunciati dalle norme di settore. La Corte, tenuto anche conto dei contenziosi in essere in tema di mansioni superiori esaminati nel proseguo, ritiene non rinviabile l’adozione di un apposito atto normativo, che definisca in modo puntuale e inequivocabile anche le mansioni ascrivibili a ciascuno dei vari profili professionali dell’Ente”.
“L’avanzo finanziario (4.214.326 euro) – rileva la Corte – subisce un calo dell’1,1% rispetto al 2020, per le minori entrate accertate e le maggiori spese impegnate. Le entrate correnti, che dipendono prevalentemente dai trasferimenti pubblici per il 91,5%, diminuiscono del 14,3% (da 220.125.782 a 188.727.860 euro), quelle in conto capitale dell’1,3%. Il totale generale delle spese correnti e in conto capitale (325.482.296 euro) aumenta dell’8%, mentre l’avanzo di amministrazione (119.519.043 euro) cresce dell’1,1% sui 118.231.032 del 2020. Il 2021 chiude con risultato economico positivo pari a 1.533.234 euro (+43,52%). Il valore della produzione (193.266.801 euro) aumenta del 12,3%, mentre il patrimonio netto, pari a 74.620.247 euro, cresce del 2,1% sull’anno precedente”.