Sono pronte le proposte del ministro della Salute Ferruccio Fazio, concordate con le Regioni, che cambieranno le regole della libera professione intramuraria dei medici e dei veterinari della sanità pubblica. Nella bozza di accordo tra ministero e Regioni – che sarà recepito con decreto del presidente del consiglio dei ministri solo dopo che i governatori avranno dato il loro placet definitivo – è previsto che le modalità per l’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria saranno disciplinate dalle Regioni con piani locali in accordo con i sindacati di categoria e in armonia con le norme contrattuali. Le organizzazioni sindacali entrano a pieno titolo, quindi, nelle scelte che cambieranno le regole sulla libera professione, integrando il primo testo presentato a fine settembre agli assessori.
I piani dovranno definire ogni anno in sede di contrattazione del budget o di negoziazione con le aziende, i volumi di attività istituzionale, tenendo conto delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche disponibili e con carichi di lavoro misurati. Soprattutto, l’attività libero professionale non dovrà superare quella istituzionale né prevedere un impegno orario superiore a quello contrattualmente dovuto. Lo svolgimento della attività libero professionale al di fuori dell’orario di servizio dovrà avere un’apposita rilevazione oraria distinta da quella istituzionale. E non mancheranno sanzioni in caso di violazione che dovranno essere indicate dalle Regioni sempre nei piani locali. In ogni caso per tenere sotto controllo la gestione dell’intramoenia saranno costituiti nelle aziende organismi paritetici ai quali parteciperanno i sindacati con l’intervento del collegio di direzione. E ancora, le prenotazione saranno effettuate dall’azienda di appartenenza del medico o veterinario con l’obiettivo di permettere un controllo dei volumi delle prestazioni e tenere quindi ben distinte quelle in effettuate in intramoenia da quelle istituzionali.
Nei piani saranno poi definite le tariffe che saranno stabilite d’intesa con i professionisti e messe nero su bianco con accordo in sede di contrattazione integrativa. Queste, dovranno coprire tutte le spese sostenute dalle aziende per gestire l’attività libero professionale ed evidenziare le voci dei compensi di professionisti, équipe, personale di supporto, nonché i costi – pro quota – per l’ammortamento e la manutenzione delle apparecchiature.
Tutta l’attività sarà monitorata anche con il supporto dell’Agenas e i dati ottenuti saranno trasmessi all’Osservatorio nazionale sull’attività libero professionale.
E per le Regioni non è finita qui, oltre a puntare i riflettori sui volumi di prestazioni dovranno anche stabilire regole per rilevare eventuali forme di concorrenza sleale o conflitto di interesse, stabilendo le relative sanzioni. Comunque, nell’ambito di questa attività di verifica saranno affiancate da organismi paritetici a cui parteciperanno sindacati e associazioni dei cittadini.
fonte: quotidianosanita.it