Hanno meno di un mese le Asl per fare l’ultimo giro tra gli ambulatori degli ospedali e cercare i nuovi spazi per ospitare gli studi da destinare alle visite private nel pubblico. Per l’intramoenia. Questo significa che i medici che vedono i pazienti a pagamento in una struttura lontana dall’ospedale dovranno trasferirsi. Con ogni probabilità entro aprile. Come prevede il decreto Balduzzi sulla libera professione. Si dovrà così decidere, nero su bianco, dove sistemare gli studi. «Se necessario – si legge nel testo – valutare la possibilità di fare convenzioni con altri soggetti pubblici. E la possibilità di adottare, dove non sono disponibili stanze ad hoc, un programma sperimentale per svolgere la libera professione in studi privati collegati in rete». Un obbligatorio collegamento telematico tra l’azienda e gli studi.
Non solo. Ancora entro la fine di aprile del prossimo anno tutte le visite e le consulenze in intramoenia dovranno essere pagate con moneta elettronica. Con carta di credito o bancomat per assicurare la tracciabilità delle prestazioni e dei relativi saldi: «Per assicurare trasparenza ai paziente», è scritto ancora nel decreto. Saranno gli stessi professionisti a dover sostenere di tasca propria la spesa per l’acquisto delle apparecchiature che saranno necessarie a rendere leggibili al massimo sia i pagamenti che le visite. Il paziente, per avere la certezza che tutto sarà in linea alle norme approvate in Senato alla fine di ottobre, potrà avere una ricevuta da un tariffario nuovo. Ai medici, inoltre, verrà trattenuta una quota aggiuntiva del 5% che sarà destinata ai programmi di riduzione delle liste di attesa e della prevenzione. Tutto computerizzato. Una parte della quota versata dall’attività libero professionale sarà utilizzata anche per gestire il servizio di prenotazione che dovrà essere nella struttura pubblica. Che vuol dire, oltre che l’appuntamento per il paziente, anche l’inserimento obbligatorio e la comunicazione alla Asl di tutti i dati che riguardano il medico (l’impegno orario), i malati che sono stati visitati, le prescrizioni, gli estremi dei pazienti. Un super vetro, dunque, non solo sui rapporti tra i professionisti che fanno attività privata negli ospedali ma anche sulle ricette, la tipologia di pazienti, le parcelle incassate. Anche un semplice raffronto tra prenotazioni e introiti. Che oggi, con gli studi non riuniti in rete o lontani dall’ospedale, non è possibile. Da ora al 2015 la riforma dell’intramoenia vedrà ulteriori modifiche. Nella maggior parte delle regioni. Dal momento che, quindici su ventuno, hanno dichiarato, al momento, di non essere in grado di trovare gli spazi all’interno delle strutture sanitarie pubbliche.
Una riforma, quella firmata Balduzzi, che dovrebbe portare un maggiore apporto economico alle casse delle varie aziende sanitarie, permettere di snellire le liste d’attesa e riorganizzare i servizi rispetto alle richieste di visite in intramoenia che finora sono state fatte dai pazienti. Le schede di dimissione degli ospedali mostrano che in testa ci sono le prenotazioni per consulenze ginecologiche (donne in gravidanza) seguite da quelle ortopediche, quelle gastroenterologiche e quelle cardiologiche. In crescita le richieste per i disturbi e le malattie del sistema nervoso.
Il Mattino – 3 dicembre 2012