Quattrocento ispezioni a ospedali e cliniche private, 704 medici valutati, 356 denunciati all’autorità giudiziaria, al 95% per reati legati all’intramoenia: peculato, concussione, abuso d’ufficio, falsità materiale e truffa aggravata. Come a dire: indebita percezione di denaro per visite mediche, indirizzamento dei pazienti verso il privato, prestazioni libero-professionali in orario istituzionale, ingiusti profitti a danno del sistema sanitario pubblico. E’ questo il bilancio dell’operazione “Tra le mura” condotta dai Carabinieri dei Nas e illustrata ieri dal comandante generale Cosimo Piccinno in audizione alla commissione d’inchiesta del Senato sul Ssn.
L’operazione ha svelato un danno erariale stimato intorno ai 4 milioni di euro. E non è l’unico che si è perpetrato ai danni del Servizio sanitario da parte degli operatori sanitari: come ha ricordato Piccinno, un’altra operazione ancora in corso – denominata “Damage control” – ha svelato un presunto danno di altri 27 milioni e ha per ora portato alla denuncia di 300 persone.
Tante le irregolarità emerse: dall’attribuzione di Drg più onerosi al peculato e falso in referti di analisi, dalla corruzione alla truffa, dalle prescrizioni fittizie di farmaci ad alto costo all’illecito uso di fondi pubblici, fino a gare d’appalto artefatte. A sorprendere l’assenteismo galoppante. «In alcuni casi – ha detto Piccinno – i Carabinieri hanno colto in flagranza di reato alcuni medici che timbravano il cartellino presso la struttura sanitaria pubblica per poi recarsi subito dopo nel loro studio privato». Una disinvoltura che prova la drammatica carenza di controlli e che costa cara ai cittadini, in termini di liste d’attesa. Che possono arrivare a 426 giorni per una visita senologica o a 190 per un controllo oculistico.
In generale, nel 2011 i Nas hanno effettuato 19mila controlli negli ospedali italiani, chiudendo o sequestrando 551 strutture, segnalando 7mila persone e arrestandone 129. Ben quattro milioni di farmaci o dispositivi sono stati sequestrati. Dalle ispezioni sono emersi esercizio abusivo delle professioni sanitarie, somministrazione di medicinali scaduti, irregolare smaltimento dei rifiuti, detenzione di alimenti scaduti, in cattivo stato di conservazione o invasi da parassiti. Ma anche anomala gestione degli stupefacenti, utilizzo di reagenti scaduti, uso di dispositivi non sterili o riutilizzo di dispositivi monouso.
Altro capitolo dolente: le strutture per gli anziani. Dai controlli effettuati nel 2010 e nel 2011 sono scaturite 14 denunce per omicidio colposo (13 negli ospizi e una in Rsa). Nelle strutture ricettive semplici sono stati eseguiti quasi 5 mila controlli: 1.473 sono state trovate non conformi. Un termine che comprende anche le strutture con accreditamento irregolare. Le segnalazioni alle autorità amministrative sono state 902 e 740 quelle alle autorità giudiziarie. Quattordici gli arresti e 1.444 le sanzioni penali, 1.438 quelle amministrative. In tutto, 150 strutture sono state chiuse. In 16 casi si è arrivati alla contestazione del reato di sequestro di persona, in 129 di abbandono di incapace, in 51 di maltrattamento, in 236 di esercizio abusivo della professioni sanitarie, e in 13, appunto, di omicidio colposo.
Nelle residenze sanitarie assistenziali, 590 sono stati i controlli e 154 le non conformità rilevate, con 89 segnalazioni alle autorità amministrative e 122 a quelle giudiziarie. Dodici i provvedimenti di chiusura. In un caso si è giunti alla contestazione di abbandono di incapace, in 9 di maltrattamento, in 56 di esercizio abusivo delle professioni sanitarie e in un caso di omicidio colposo. Preoccupante anche il numero di strutture con accreditamento non conforme.
«Oggi la commissione d’inchiesta sul Ssn – ha detto il presidente della commissione, Ignazio Marino, al termine dell’audizione – ha deliberato l’avvio di un calendario di sopralluoghi a sorpresa nelle Rsa». In alcune Regioni la situazione è davvero preoccupante: in Abruzzo e in Campania le strutture “fuorilegge” sfiorano (o superano) anche il 60% (ad esempio, 13 su 18 in Abruzzo, 16 su 24 in Campania). E le irregolarità – ha sottolineato il senatore – si registrano anche in Regioni abitualmente annoverate tra le “virtuose” in sanità, come le Marche (25 su 43 non conformi) o l’Umbria (12 su 28).
sanita.ilsole24ore.com – 14 marzo 2012