Cinque persone in carcere e 6 ai domiciliari tra imprenditori e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie e di una società di consulenza sulla sicurezza alimentare e di un laboratorio privato di Avellino, accusati di associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, all’adulterazione di sostanze alimentari. Le indagini erano partite a giugno 2021, dopo che decine di persone su tutto il territorio nazionale avevano avuto un’intossicazione alimentare associata al consumo di tonno a pinna gialla.
Nelle prime ore della mattina, militari del NAS di Bari congiuntamente ad altri NAS del Gruppo CC per la Tutela della Salute di Napoli e con il supporto dei competenti Comandi Provinciali Carabinieri, hanno eseguito 18 misure cautelari, e segnatamente 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui 5 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, nonché 5 ordinanze di applicazione della misura del divieto di dimora e 2 dell’obbligo di dimora, emesse dal GIP del Tribunale di Trani (BA T), a carico di imprenditori e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie (BA T) e di una società di consulenza sulla sicurezza alimentare e di un laboratorio privato di Avellino, deputato alle analisi sul prodotto ittico lavorato nel citato stabilimento, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, all’adulterazione di sostanze alimentari, frode nell’esercizio del commercio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Le indagini, spiega una nota dei Nas, erano state avviate nel giugno del 2021, “a seguito di un’intossicazione alimentare patita da decine di persone, in varie province del territorio nazionale (alcune delle quali ricoverate in ospedale, tra cui un’intera famiglia di Pezze di Greco di Fasano, in provincia di Brindisi), dopo il consumo di tonno a pinna gialla (Thunnus Albacares), hanno consentito di documentare che il prodotto, prima della sua immissione in commercio, veniva decongelato e adulterato con sostanze non consentite, nello specifico nitriti e nitrati, al fine di esaltarne l’aspetto ed il colore, ma rendendolo, di fatto, nocivo per la salute dei consumatori”.
Gli indagati, proseguono i Nas, “avrebbero sistematicamente occultato i risultati sfavorevoli delle analisi condotte sui prodotti ittici e falsificato i certificati redatti da altri laboratori accreditati, in modo da non far risultare la presenza di nitriti e nitrati ed abbassando i valori di ascorbati, traendo così, anche, in errore il Servizio Veterinario della ASL BT, inducendolo a revocare un’azione esecutiva di verifica, imposta alla citata azienda, nel dicembre 2021, a seguito di procedura di allerta comunitaria attivata dalla Slovenia, per la presenza di elevati valori di tali sostanze in alcuni campioni di tonno”.
I Carabinieri hanno inoltre proceduto ad eseguire un decreto di sequestro della somma di Euro 5.200.000 circa, provento delle illecite attività fraudolente, nonché delle due aziende ittiche citate e dei relativi beni aziendali, per le quali è stato nominato un amministratore giudiziario.
04 luglio 2023
Quotidiano sanità
Questo articolo è pubblicato nella Sezione Rassegna stampa