Zanè I bigoli co’ l’arna, il piatto della storica sagra di Zanè, mettono ko decine di persone, bambini compresi, che a partire da sabato sera hanno sofferto di dissenteria, mal di stomaco, ma anche vomito e malessere generalizzato.
Solo in alcuni casi però – da una prima stima si tratterebbe di 30-40 – gli intossicati si sono messi in contatto con il pronto soccorso dell’ospedale di Santorso per informazioni e per richiedere il servizio della guardia medica festiva e notturna, così come fa sapere una nota dell’Usl 4 Alto Vicentino. Molti altri invece – è il caso di intere comitive, così come risulta anche dai messaggi postati sui social network – hanno aspettato di riprendersi mettendosi a letto e mangiando leggero. Eppure tra i clienti della sagra c’è chi, con la ripresa della settimana, non è stato in grado di presentarsi al lavoro. La stessa azienda sanitaria parla di intossicazione alimentare ma per capire nello specifico di cosa si sia trattato e a cosa sia stato dovuto bisognerà attendere l’esito degli accertamenti intrapresi.
Domenica il veterinario del dipartimento di prevenzione dell’Usl 4 ha infatti raccolto dei campioni di bigoli nelle cucine allestite sotto i tendoni e li ha inviati all’istituto zooprofilattico di Padova, per gli esami batteriologici. Le risposte sono attese a giorni. Nel frattempo il servizio igiene alimenti e nutrizione e il servizio sicurezza alimentare e sanità animale dell’Usl 4 sono al lavoro per ricostruire dinamica dei fatti e numero esatto delle persone coinvolte.
«Non rimane che attendere l’esito degli esami – fa sapere il sindaco, Roberto Berti, dispiaciuto per quanto accaduto –: potrebbe essere che uno dei pentoloni in cui si cuoce il sugo con l’anitra sia rimasto fuori dal frigo per un certo periodo, sviluppando così i batteri che hanno determinato i problemi intestinali che si sono poi riscontrati, ma si tratta solo di un’ipotesi».
Da ipotizzare anche il numero delle persone che ne hanno risentito: «So per certo che una trentina di cittadini si sono rivolti all’ospedale e alla guardia medica tra sabato e domenica, ma non conosco l’esatta stima di quanti abbiano accusato malesseri: di certo si tratta di qualche decina di casi su migliaia di piatti serviti» fa sapere il primo cittadino che racconta di aver mangiato sotto i tendoni allestiti nel weekend per due giorni consecutivi, venerdì e sabato, assieme ai delegati di Gran Pad, il Comune con cui Zanè è gemellato. E non per questo lui o gli ospiti ne hanno risentito in alcun modo.
Il sindaco Berti difende l’operato dei tantissimi volontari della proloco cittadina. «Sono 44 anni che si svolge questa sagra e non ci sono mai stati problemi fino a questa edizione – dichiara – ; sono amareggiato soprattutto perché so il lavoro immane, di mesi e di centinaia di volontari, che c’è dietro a questa grande festa di paese, la principale, che richiama ogni volta migliaia di persone».
Il primo cittadino di Zanè è in stretto contatto con il presidente della proloco. «È comprensibilmente dispiaciuto per quanto avvenuto, anche perché la proloco ha investito denaro per rendere tutto a norma, anche dal punto di vista igienico sanitario – sono ancora parole del primo cittadino – l’igiene è un aspetto per il quale i volontari sono sempre stati molto attenti e scrupolosi, a partire da guanti e cuffiette indossati, anche perché le normative a riguardo sono sempre più restrittive. Metterei le mani sul fuoco per loro».
Benedetta Centin – Il Corriere del Veneto – 4 ottobre 2016