Le Regioni hanno trovato un accordo sui costi standard, si partirà nel 2013, ma in via sperimentale, considerando che l’anno ormai è in dirittura di arrivo. Mentre per il 2014 si farà sul serio. Conditio sine qua sarà l’approvazione del decreto che individua le 5 regioni benchmark. Il tutto per accelerare i lavori per il Patto per la Salute, in piena sintonia con il ministero della Salute, al quale verrà presentata una proposta innovativa per migliorare ulteriormente la definizione dei costi standard. Si è conclusa così la Conferenza straordinaria interamente incentrata sul Patto per la Salute. L’intesa raggiunta ieri dai governatori sui costi standard – con tanto di richiesta di un incontro in tempi rapidi al ministro Beatrice Lorenzin con la quale deve essere concertato il «Patto per la salute» – rappresenta una possibile svolta per la gestione della spesa sanitaria.
Dal Sole 24 Ore
di Roberto Turno. Tenuti in naftalina per un anno intero, i costi standard per asl e ospedali vedranno la luce dal 2014. Col contagocce e con tutti i dubbi del caso, naturalmente. E senza illudersi che, a parte la grancassa che fa la Lega per ragioni identitarie (ed elettorali), chissà quali risparmi faranno realizzare di punto in bianco alla sanità pubblica. Certo sarà un passo decisivo, un percorso che si avvia per mettere definitivamente spalle al muro le regioni che spendono sopra le righe ma che garantiscono meno cure ai cittadini, per di più tartassando contribuenti onesti e imprese. L’intesa raggiunta ieri dai governatori sui costi standard – con tanto di richiesta di un incontro in tempi rapidi al ministro Beatrice Lorenzin con la quale deve essere concertato il «Patto per la salute» – rappresenta comunque una possibile svolta per la gestione del moloch della spesa sanitaria.
Per il 2013, hanno detto ieri i governatori, si partirà in via «sperimentale». È ovvio: l’anno è finito e c’è poco da “standardizzare”. Nel 2014 invece – una volta che si metterà mano al riparto da 110 miliardi – si camminerà (forse) più velocemente, ma, se non si cambierà per tempo, secondo le regole attuali delle 5 regioni benchmark (in base ai conti del 2012) da cui pescare le tre che faranno da livella della spesa per tutte le altre. Ma senza illudersi che si sposteranno cifre miliardarie.
Dal 2015 invece (se non si farà in tempo per il prossimo anno) i costi standard dovranno essere rifatti, secondo la proposta della Toscana che prevede un mix di costi e di qualità, con un benchmark allargato a tutte le regioni con i conti a posto. Un modo per combinare anche i percorsi di aggiustamento e di miglioramento dei conti intanto realizzati nelle regioni canaglia. Dove, per inciso, oggi vive il 40% degli italiani. Un cambio di passo, i costi standard riveduti e corretti, che necessita però di una modifica legislativa, non facile da mandare in porto in tempi brevissimi, anche se il tentativo è di farcela già con la legge di stabilità o con uno dei Ddl collegati.
Ecco perché il cambio di passo è certo solo dal 2015. Anche se il seme ormai sarà gettato. E chissà se a quel punto il combinato disposto costi standard-spending review non riesca a portare i suoi frutti. Nei comportamenti di chi spende, e naturalmente della spesa che non va. Perché questa dovrà essere la sfida del «Patto per la salute», dagli ospedaletti da chiudere alle cure h24 fino ai farmaci, per i quali si vuole coniugare l’aspetto dei risparmi col rilancio dell’industria. L’ultima chance, il «Patto», per garantire sostenibilità e l’universalità ancora possibile a un welfare sanitario che rappresenta una delle rare conquiste di civiltà del nostro Paese. E che proprio per questo va salvato dai predoni della nostra salute.
Da Quotidiano sanita
Il primo step sarà l’approvazione in Conferenza Stato Regioni del Decreto sulle cinque regioni di riferimento per applicarli già nel 2013 in via sperimentale ed entrare a regime nel 2014. Le regioni presenteranno al Ministro una proposta innovativa per migliorare ulteriormente la loro definizione dei costi standard. Patto per la salute avanti tutta. Le Regioni hanno trovato un accordo sui costi standard, si partirà nel 2013, ma in via sperimentale, considerando che l’anno ormai è in dirittura di arrivo. Mentre per il 2014 si farà sul serio. Conditio sine qua sarà l’approvazione del decreto che individua le 5 regioni benchmark.
«Si è conclusa così la Conferenza straordinaria interamente incentrata sul Patto per la Salute. “È stata un’ottima riunione, abbiamo raggiunto un’intesa tra tutte le Regioni sull’applicazione dei costi standard – ha dichiarato il presidente delle Regioni, Vasco Errani – vogliamo avviare i costi standard già dal 2013, in via sperimentale, perché siamo alla fine dell’anno costi standard che invece entreranno a regime dal 2014. Approveremo inoltre il decreto sulle cinque regioni di riferimento e accelereremo, in piena sintonia con il ministro Lorenzin, il Patto per la Salute”.
In sostanza come hanno dichiarato le regioni in un comunicato stampa: “Le regioni considerano fondamentale e non più rinviabile l’applicazione dei costo standard: una questione che abbiamo per primi proposto come Conferenza delle regioni e che ora vogliamo dichiarare. Occorre quindi partire da subito sapendo che applicazione per l’anno 2013 sarà di tipo sperimentale, mentre il 2014 sarà l’anno di applicazione a regime. Chiederemo un incontro con il ministero della Salute – che condivide con noi la necessità di accelerare il buon lavoro già avviato sul patto per la salute – confermando in quella sede la nostra decisione di approvare in Conferenza Stato-Regioni il Decreto che individua le cinque regioni di riferimento per partire subito sperimentalmente sui costi standard già nel riparto 2013, considerando che siamo alla fine dell’anno, e nel 2014 si andrà a pieno regime. Sottoporremo inoltre al ministro una proposta innovativa per migliorare ulteriormente la definizione dei costi standard e la loro applicazione”.
L’accordo raggiunto dalle Regioni è stato accolto dal ministro con soddisfazione: “Una gran buona notizia, a cui se ne aggiunge un’altra altrettanto significativa con l’accelerazione sul Patto della salute” ha dichiarato Beatrice Lorenzin. “Accolgo con ottimismo l’invito del presidente Errani e sono pronta fin da subito a mettere in atto tutte le misure necessarie per render operativa la ‘riforma’. Quanto emerso oggi – ha concluso il ministro – conferma il buon lavoro svolto tra Governo e Regioni, quindi possiamo realisticamente avviare un processo di riqualificazione del Sistema sanitario nazionale che punti su organizzazione e qualità fin dal prossimo anno”.
“Siamo di fronte ad una svolta storica, ad un passo che deve essere decisivo per risanare finalmente con i giusti metodi il buco della sanità italiana. E’ stata invertita la rotta, adesso pari avanti tutta” ha dichiarato l’assessore alla sanità della Regione del Veneto Luca Coletto. “E’ una vittoria di chi come noi ha sempre chiesto una seria lotta agli sprechi – aggiunge Coletto – ma è anche una vittoria per tutti i cittadini nelle cui tasche si dovrà smettere di infilare le mani per tappare ora un buco ora un altro”.
Si parte subito applicando la normativa che già c’è, spiega Coletto “e che costituisce un totale cambio di rotta rispetto al vecchio e ingiusto criterio della spesa storica che veniva applicato e regolarmente andava a colpire le Regioni virtuose come il Veneto. Si sanerà così il non governo della spesa introdotto con i tagli orizzontali nel 2011. A ruota – conclude Coletto – va il nuovo Patto per la Salute che dovrà essere un vero e proprio piano regolatore virtuoso per la costruzione di una nuova sanità in Italia”.
“Hanno vinto la responsabilità e l’efficienza – ha spiegato il governatore del Piemonte, Roberto Cota – Come Regioni del nord avevamo posto questa questione dal punto di vista politico. Non si tratta di aver vinto in assoluto, ma di aver fatto valere il principio della responsabilità e dell’ efficienza”.
7 novembre 2013