Gli insetti potrebbero rappresentare una valida alternativa alla soia per la produzione dei mangimi. Di questi animali, infatti, non si butta niente: si possono convertire i prodotti di scarto, come il sangue, in una polvere insapore e ricca di proteine, che in alcuni casi supera le qualità nutrizionali dei legumi secchi.
Inoltre, gli insetti hanno la capacità di riprodursi molto velocemente. Si ritiene che, in presenza di risorse di cibo illimitate e senza prenderne in considerazione la mortalità, una singola coppia di mosche “da allevamento” potrebbe, nel giro di sei mesi, avere un numero tale di figli da ricoprire l’intera superficie terrestre.
La produzione dei mangimi potrebbe beneficiare dell’utilizzo di specie differenti. Un recente studio ha, infatti, identificato 20 specie di insetti con livelli di proteine grezze simili alla farina di pesce, e altre 28 specie contenenti dosi di proteine grezze simili alla soia. Alcuni insetti, come la mosca, possiedono anche quantità di metionina, un aminoacido essenziale, superiori alla farina di pesce. Si tratta di fattori da non sottovalutare per gli imprenditori del settore mangimistico, che, durante la miscelazione delle materie prime con la soia, spesso sono costretti ad aggiungere ai loro prodotti sostanze nutritive costose, per migliorarne la qualità.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che la chitina, presente negli esoscheletri degli insetti, protegge il sistema immunitario degli animali. Pertanto, utilizzarli potrebbe consentire di ridurre la somministrazione di antibiotici. Un altro vantaggio è che la dieta degli insetti potrebbe essere modificata, in modo da variare la presenza delle sostanze nutritive da introdurre nei mangimi.
Mangimi e alimenti – 13 marzo 2015