La zona più inquinata d’Italia è la Pianura Padana. A ribadirlo diversi studi che stimano come ogni abitante perda in media da 2 a 3 anni di vita a causa dell’inquinamento. A causa dello sforamento delle soglie fissate dall’Oms per la quantità di inquinanti nell’aria, in Lombardia ogni anno muoiono 300 persone, l’80% delle quali (circa 230) nella sola Milano. Questo dato considera unicamente gli effetti «acuti» dell’inquinamento, e non prende in considerazione l’impatto maggiore dovuto all’esposizione cronica.
Problema dimenticato
I tentativi di incentivare il car sharing e l’uso della bicicletta, insieme alle restrizioni del traffico automobilistico (prima con l’Ecopass e poi con l’Area C) hanno ridotto del 18% le concentrazioni di PM 10, e del 10% quelle dagli ossidi d’azoto. Questi e altri dati sono al centro del convegno «I costi dell’inquinamento atmosferico: un problema dimenticato», organizzato da Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, IEFE – Università Bocconi e Associazione Peripato. «Il dato più importante – spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del Policlinico – è il marcato miglioramento della qualità dell’aria attraverso la riduzione della componente del particolato chiamata black carbon, che è considerata la più nociva per la salute dell’uomo per la sua elevata capacità di superare la barriera polmonare ed entrare nella circolazione del sangue. Anche durante le domeniche senza traffico, tanto criticate per la loro inefficacia nel ridurre le concentrazioni globali di PM 10, è stata ottenuta una riduzione del black carbon del 78% in paragone a precedenti domeniche con traffico normale e simili per condizioni meteorologiche».
Il traffico primo responsabile
Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente sulla qualità dell’aria in Europa la Pianura Padana, nonostante la tendenza al miglioramento, resta la peggiore d’Europa in termini di qualità dell’aria, insieme all’area più industrializzata della Polonia. A Milano la responsabilità principale delle emissioni di PM 10, circa l’85%, è del traffico, e in Area C l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio (AMAT) ha stimato che oltre il 70% delle emissioni allo scarico è attribuibile ad auto e camion diesel euro 3 e 4 e a motorini a due tempi.
25 novembre 2014 corriere.it