Il Sole 24 Ore. Dopo il rosso registrato negli anni della pandemia, nel 2022 il bilancio dell’Inps si consolida. Con un risultato economico d’esercizio positivo per 7,1 miliardi, mentre il 2021 si era chiuso con -3,7 miliardi, che porta la situazione patrimoniale netta a un attivo di 23,2 miliardi. Anche se le uscite per pensioni, che incorporano la rivalutazione degli assegni per effetto dell’inflazione, salgono del 3,83% raggiungendo i 283 miliardi. Allo stesso tempo, la spesa per inclusione sociale cala di 2,3 miliardi (-6,52%) scendendo dai 36,1 miliardi del 2021 a 33,8 miliardi a causa della riduzione delle richieste di Reddito di cittadinanza. Questi dati emergono dal Rendiconto generale approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Istituto nella seduta che per la prima volta ha visto anche la presenza della neo Commissaria Micaela Gelera.
Crescono le entrate complessive dell’ente da accertamenti e gestione finanziaria di competenza, che arrivano a 528 miliardi (+8,68%). Le uscite aumentano in misura minore (+4,28%) toccando i 504,8 miliardi. Il saldo di competenza è quindi di circa 24 miliardi. Il Civ evidenzia l’aumento del gettito contributivo (+8,1%) che ha raggiunto quota 256 miliardi. Ma a crescere sono pure i trasferimenti dalla fiscalità generale (+8,9%), per un totale di 157 miliardi, trainati soprattutto dall’introduzione dell’assegno unico per i figli, dalle indennità una tantum (bonus 200 e bonus 150) e dagli sgravi contributivi. Restano elevati i crediti contributivi dell’Istituto (123 miliardi).
Oltre alla spesa per pensioni, lievita di 1,6 miliardi quella per il sostegno al reddito rimanendo comunque su livelli più bassi di quelli toccati durante la pandemia. Ma l’incremento percentualmente maggiore lo fa registrare la spesa per il sostegno alla famiglia, con un’impennata del 79,6%: dai circa 11 miliardi del 2021 agli oltre 21 miliardi del 2022.
Numeri con cui dovranno fare i conti i tavoli tecnici governo-sindacati sulla previdenza, che precederanno il varo della manovra autunnale. Il primo round è stato fissato l’11 luglio sul tema della pensione di garanzia per i giovani. Si proseguirà poi il 18 luglio sul delicato capitolo della flessibilità in uscita e degli esodi, il 5 settembre su quello delle mansioni lavorative gravose e della tutela previdenziale per le donne e, infine, il 18 settembre sulla previdenza complementare. Una scelta, quella degli appuntamenti tecnici, che non convince Cgil e Uil. Ma ieri il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha detto: «quando tra 17 sigle sindacali ho solo due voci dissonanti, penso che ci sia la conferma che ci sia una volontà corale di avviare tavoli di ascolto e confronto».
Tonando all’Inps, il presidente del Civ, Roberto Ghiselli afferma che «il Rendiconto del 2022 conferma una sostanziale stabilità del bilancio Inps». E aggiunge: «continua a crescere l’incidenza della spesa per le prestazioni sociali. Contestualmente le entrate dell’Istituto vedono una sempre maggiore rilevanza dei trasferimenti dalla fiscalità generale. Tendenze che dovrebbero indurre a una riflessione sulla prospettiva del nostro sistema di Welfare». Pierangelo Albini, coordinatore della Commissione economico finanziaria costituita in seno al Civ, evidenzia invece «la necessità di guardare con maggiore attenzione agli equilibri di fondo dell’intero sistema di previdenza e assistenza che si riassume nel bilancio Inps, anche nella prospettiva di una riduzione del costo del lavoro».