“La nostra sfida -ha spiegato Mauro Nori, direttore generale dell’Inps- è l’analisi della performance, intesa come misurazione dei comportamenti in atto all’interno.
Non dimentichiamo che l’Istituto deve rispondere a precise esigenze della cittadinanza, cercando di coniugare efficienza con efficacia, mantenendo la sfida dell’economicità e della sicurezza. L’Inps -ha chiarito- assume così la consapevolezza di essere una rete all’interno del sistema Paese e di entrare in connessione a livello territoriale con gli enti locali”.
“Ci siamo chiesti -ha affermato Flavio Marica, direttore della direzione centrale dell’ispettorato e sistemi di auditing Inps- come l’audit potesse supportare un sistema di valutazione con la definizione di obiettivi certi e chiari. L’audit può infatti dare un grande contributo alla misurazione dei comportamenti operativi perché valuta l’efficacia dell’intera struttura operativa. Senza però dimenticare che il fattore umano rappresenta un fattore molto importante”.
“Sono anni -ha ricordato Antonio De Luca, direttore centrale Pianificazione e controllo di gestione Inps- che nella pubblica amministrazione si parla di misurazione delle performance, anche perché il controllo di gestione misura fenomeni quantitativi. Bisogna tenere presente che ogni cittadino ha una percezione di servizio relativa ai propri bisogni. La sfida è dunque di misurare la performance non solo in termini quantitativi, ma qualititativi. Oggi abbiamo messo in piedi un sistema di misura che rispetta una serie di passaggi procedurali prestabiliti”.
Gianni Scopetani, responsabile Area sviluppo, manutenzione delle metodologie di audit e risk assessment, direzione centrale ispettorato audit e siurezza dell’Inps, ha illustrato la metodologia e la tecnica individuata dall’Istituto per la valutazione delle modalità di lavoro. “E’ necessario -ha affermato- misurare i comportamenti, perché per gestire bisogna conoscere e per conoscere bisogna misurare. La tecnica di misurazione dei comportamenti prevede appunto l’esigenza di verificare l’obiettivo dell’esistenza di un processo per poi individuare quei comportamenti con maggiore valore aggiunto, quindi si valuta l’adeguatezza della strategia messa in campo”.
Quella dell’Inps è una tecnica che permette di misurare in modo oggettivo la qualità delle attività rapportandole allo standard di riferimento che costituisce il know how aziendale, attraverso l’utilizzo di software appositamente predisposti e personalizzati in rapporto alle diverse esigenze. “Uno dei postulati fondamentali -ha rimarcato Scopetani- è il rispetto del criterio della rappresentatività. Non è utile né possibile, infatti, misurare tutti i comportamenti, ma si possono valutare solo quelli più importanti. Questa tecnica di misurazione -ha aggiunto- accresce la professionalità dell’auditor, migliora il clima aziendale e offre al vertice analisi strutturate e attendibili su cui basare interventi mirati”.
Welfare. Inpdap, innovare sistemi di controllo . Una risposta alle sfide della riforma Brunetta.
Roma, 10 mag. (Labitalia) – “Bisogna innovare i sistemi di controllo all’interno della pubblica amministrazione”. A dirlo, in occasione del convegno ‘La misurazione dei comportamenti operativi. Una risposta innovativa alle sfide della riforma Brunetta’, al Forum Pa, in corso alla Fiera di Roma, Enrico Patiti, direttore centrale della Pianificazione e controllo di gestione dell’Inpdap. “All’Istituto -ha spiegato- abbiamo seguito un percorso che ci ha portato a condividere con l’Inps il fatto che sta cambiando l’assetto dei controlli all’interno della pubblica amministrazione”. “L’innovazione -ha chiarito- è necessaria, ma in questo Paese è vista male dai dipendenti della P.a., eppure credo che senza le persone sia difficile raggiungere degli obiettivi”. “L’analisi del servizio -ha aggiunto Patiti- non è solo quantitativa, ma anche qualitativa intesa come una semplificazione dei passaggi. Bisogna dunque ragionare -ha auspicato- sull’evoluzione dei tradizionali sistemi di controllo di gestione”.
10 maggio 2011