Una decina le persone coinvolte nell’indagine. I reati contestati: associazione per delinquere, falso in atto pubblico
Ci sarebbe anche un senatore della Repubblica, eletto nelle ultime consultazioni politiche, coinvolto nell’indagine della procura di Roma su una truffa all’Inps e del ministero di Grazia e Giustizia da oltre 22 milioni di euro. Si tratterebbe di Aldo Di Biagio – eletto nella circoscrizione Europa con la lista Scelta Civica per l’Italia in passato consigliere di Gianni Alemanno quand’era ministro delle Politiche – che sarebbe indagato dalla procura di Roma per il reato di associazione per delinquere.
SONO SERENO -«Non ho capito nemmeno io di che cosa si tratta: mi inquisiscono per aver promosso una causa, quindici anni fa, quando ero responsabile del patronato Enas. Io sono sereno, aspetto solo di conoscere i dettagli di questa vicenda». Lo ha detto il senatore di Scelta Civica, Aldo Di Biagio, dopo aver appreso di essere coinvolto nell’inchiesta della procura di Roma sulla truffa all’Inps. «La mia attività in Scelta Civica, comunque, non c’entra assolutamente nulla», ha concluso
4 ARRESTI – Insieme al senatore, sono finite nell’inchiesta una decina di persone in tutto. In cella sono finiti gli avvocati, Nicola Staniscia e Gina Tralicci (marito e moglie entrambi avvocati) e un’impiegata dell’Enas in Croazia, Adriana Mezzoli. Ai domiciliari Barbara Conti, collaboratrice dei due avvocati.
MAXI TRUFFA – L’accusa è di avere realizzato una megatruffa ai danni dell’Inps e del ministero della Giustizia. Associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico in atti pubblici, falso in scrittura privata e riciclaggio sono i reati contestati dai pm Corrado Fasanelli e Giorgio Orano, a seconda delle singole posizioni, a una decina di soggetti coinvolti in questa vicenda che avrà sicuramente un ulteriore seguito giudiziario.
SEQUESTRO DA 2.5 MILIONI – I militari del nucleo valutario della Guardia di Finanza, oltre ad aver posto sotto sequestro beni immobili e mobili riconducibili ai due avvocati per un valore di oltre 2,5 milioni di euro, hanno perquisito una ventina di altri studi legali e scoperto che in uno erano stipati oltre 5mila fascicoli relativi ai ricorsi contro l’Inps degli ultimi 18 anni.
L’ESAME UNIVERSITARIO – Il provvedimento firmato dal gip, Paola Della Monica, riguarda anche un ex dipendente della Banca Intesa, Vincenzo Palazzo, un professore universitario Paolo Garai e Bruno Castelli. Le indagini avrebbero portato alla luce che Palazzo, commutando gli assegni, avrebbe consentito alla coppia di avvocati arrestati di incassarli, dopo aver vinto la causa con l’istituto di previdenza, e messo in imbarazzo un professore universitario alla Sapienza, Paolo Garau, indagato per falso ideologico per induzione per aver falsamente attestato che il figlio di Staniscia aveva superato un esame con un brillante 30 quando in realtà lo studente conosceva in anticipo le domande che gli sarebbero state fatte.
ENALS ESTRANEA – In un primo momento, le agenzie avevano scritto che le persone arrestate erano i collaboratori e funzionari dell’Enas (Ente nazionale assistenza sociale ). L’ente però smentisce seccamente: «Non risulta che alcuno dei nostri dipendenti e funzionari sia stato condotto agli arresti» spiega il presidente dell’Enas (Ente nazionale di assistenza sociale) Ugl, Rolando Vicari «In attesa di ulteriori chiarimenti e notizie- conclude Vicari- sulle indagini, affinchè si chiariscano i contorni di una vicenda che potrebbe andare a nostro nocumento, dichiariamo l’estraneità dell’Enas e dell’Ugl dalla truffa organizzata da queste persone ai danni dell’Inps e del ministero della Giustizia».
Corriere.it – 4 giugno 2013