Francesco Vari deve vigilare sulla gestione, ma l’Authority sulla pubblica amministrazione dice che non è adatto. Mastrapasqua sceglie un dirigente che ha gestito la vendita degli immobili con risultati criticati
Questa storia, come spesso accade in questo paese, riesce ad essere insieme paradossale e paradigmatica. Il luogo dell’azione è l’ Inps, il più grande ente pubblico europeo, un posto in cui tra entrate e uscite si muovono all’ingrosso 600 miliardi all’anno; i protagonisti sono il presidente Antonio Mastrapasqua, l’ex dirigente (oggi pensionato) Francesco Varì e l’Unione sindacale di base (Usb), che ha lottato, in questi anni, perché si affermasse nell’ente previdenziale un po’ di trasparenza gestionale.
VARI, 73ENNE, giusto due anni fa veniva nominato presidente dell’Organismo indipendente di valutazione (Oiv) dell’Inps, che dovrebbe controllare proprio la trasparenza e la correttezza degli atti dei dirigenti e dell’azienda più in generale. H fatto è che il nostro non ha i requisiti per quel posto che da allora gli vale all’ingrosso 5mila euro netti al mese. Quando fu nominato lo rilevò pure la Civit – la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche – in una lettera a Mastrapasqua in cui sottolineava come le norme vietino di nominare in quella posizione persone “che abbiano superato la soglia dell’età della pensione” e che Vari, come gli altri due membri peraltro, non avrebbe assicurato all’Oiv la necessaria “multidisciplinarietà delle competenze e delle esperienze professionali”. La missiva portava la firma di Antonio Mar-tone, ex magistrato, padre dell’attuale sottosegretario Michele allora a capo di Civil ll presidente dell’Inps, e di decine di altre cose, non se ne diede per inteso: “Vari è il meglio che possiamo trovare”, rispose sostanzialmente, comunque tranquilli, la prossima volta rispetteremo le regole (“in fase di rinnovo l’Istituto adotterà puntualmente i criteri che la commissione ha fornito”). Marione è folgorato: se è così, va bene, nomina accettata nonostante le proteste dell’Usb. Tutto a posto? Mica tanto. A inguaiare nuovamente il buon Vari è un’inchiesta interna sul patrimonio immobiliare Inps avviata nel marzo 2011.
DALLA RELAZIONE finale, infatti, risulta che la Direzione del patrimonio, all’epoca guidata proprio da Francesco Vari, gestì in modo quanto meno inadeguato i palazzi della fu Inpdai, ereditati dall’Inps nel 2002 insieme al contratto di gestione con tre grandi imprese private: Pirelli RE, Romeo Gestioni Spa e Sovigest. Quell’accordo doveva durare due anni e poteva essere rinnovato annualmente per massimo altri tre: invece i tre privati a forza di rinnovi sono praticamente ancora li (dal 2005, peraltro, contro una legge europea sull’obbligo di gara), per di più avendo usufruito nel 2003 di una modifica assai favorevole del contratto che gli ha regalato profitti inauditi. Calcola l’audit interno, infatti, che dal 2003 al 2010 le tre aziende hanno corrisposto all’ Inps perla parte commerciale del patrimonio una sorta di fisso da 7,3 milioni all’anno, incassando complessivamente extraprofitti per 80 milioni. Lo “svantaggio economico” arrecato all’Istituto è talmente evidente che quella relazione, a metà dicembre, è stata inviata sia alla Procura che alla Corte dei Conti per accertamenti. A quel punto l’Usb è tornata alla carica chiedendo le dimissioni di Vari con una lettera a Mastrapasqua e alla Civit: come si fa a nominare responsabile della trasparenza uno che ha gestito il patrimonio in questo modo? Il manager dalle cinquanta poltrone, però, non ha fatto un fiato, mentre la Civit a sorpresa risponde: il fatto è che nel frattempo s’è dimesso Antonio Martori e la commissione ha un nuovo presidente, Romilda Rizzo, che il giorno dopo la sua nomina (il 30 marzo) prende carta e penna per chiedere ad Inps “quali provvedimenti intenda adottare” dopo le notizie emerse su Vari. “Finalmente qualcosa si muove – dice Luigi Romagnoli dell’Usb – Finalmente qualcuno prende sul serio quello che diciamo e scriviamo da tempo. La lettera della presidente Civit, peraltro, è anche una lezione di stile all’Inps”. Mastrapasqua, infatti, continua a tacere.
SECONDO UNA FONTE interna, “non bisogna sottovalutare il potere di Vari: fu lui a iniziare il rapporto tra Kpmg e Inps”. Anche se non molti lo sanno, infatti, il network multinazionale di consulenza è oggi un bel pezzo dell’ente previdenziale: suo è il progetto di riorganizzazione delle sedi, la gestione e il controllo dei fondi per il welfare, la piattaforma informatica, il controllo delle banche dati e la formazione. Roba da decine di milioni di euro su cui esistono, ignorate finora dal governo, due interrogazioni in Parlamento: una di Idv e una del PdL.
ItaliaOggi – 18 aprile 2012