Un bilancio in rosso di quasi dieci miliardi di euro: è questo il risultato dell’incorporazione dell’Inpdap, soppressa a gennaio, nell’Inps. Nel 2012, l’istituto di previdenza ha registrato un disavanzo economico di 12,216 miliardi di euro, con un incremento di 9,955 miliardi rispetto al 2011. Per effetto del risultato economico di esercizio, il patrimonio netto dell’Inps al 31 dicembre 2012 risulta pari a 21,875 miliardi. E’ quanto emerge dalla nota che annuncia l’approvazione del bilancio da parte del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps: “L’Istituto ha già contribuito al risanamento dei conti pubblici e non può più subire ulteriori tagli alle proprie spese di funzionamento senza compromettere la propria funzionalità e la qualità dei servizi resi”.
Contro l’approvazione del bilancio hanno votato i rappresentanti della Uil nel Consiglio di indirizzo e vigilanza, che hanno voluto ancora una volta criticare l’incorporazione dell’Inpdap nell’Inps: “La confusione tra due sistemi pensionistici eterogenei con l’accollo, da parte del privato, dell’enorme situazione debitoria del pubblico, ha influenzato la gestione finanziaria ed economica, determinando un dimezzamento dalla situazione patrimoniale dell’Inps, con una riduzione di quasi20 miliardi di euro. Bisogna, dunque, evitare che si confondano i patrimoni dell’Inps, gestore della previdenza privata, con quello dell’Inpdap, gestore della previdenza pubblica: il grosso deficit di quest’ultimo deve essere coperto con interventi legislativi statali“.
“Il patrimonio si è dimezzato. Di questo passo il patrimonio netto dell’Inps si azzererà in un anno e mezzo”, è stato invece l’allarme del rappresentante della Cgil, Gianpaolo Patta. Grazie alla fusione, intanto, aumentano seppure in proporzione modestamente, le entrate contributive, che si sono attestate a quota 208 miliardi di euro, con un incremento di 57 miliardi (+38%) rispetto al 2011. Sono invece risultate pari a 295 miliardi di euro le prestazioni istituzionali, che hanno registrato un incremento di 76 miliardi (+34,7%) a fronte dei 219 miliardi del consuntivo dell’anno precedente che riguardava la sola Inps. In particolare, la spesa per prestazioni pensionistiche è risultata pari a 261 miliardi di euro (194 miliardi nel 2011), con un incremento di 67 miliardi di euro (+34,4%).
“In fase di approvazione del bilancio – spiega la nota Inps – il Civ ha ribadito la necessità di effettuare una verifica della sostenibilità del sistema previdenziale e della tutela degli equilibri di bilancio, da attuarsi con un costante monitoraggio della evoluzione delle gestioni amministrate dall’Inps e con la redazione di bilanci tecnici aggiornati”. E ancora: “L’Istituto ha già contribuito alrisanamento dei conti pubblici e non può più subire ulteriori tagli alle proprie spese di funzionamento senza compromettere la propria funzionalità e la qualità dei servizi resi”. Infine, conclude l’Inps “in linea con le predette considerazioni, il Civ ha ribadito la necessità che le Istituzioni predispongano un intervento normativo diretto a realizzare in futuro una consistente riduzione degli oneri che attualmente sono posti a carico dell’Inps dalle norme sulla riduzione delle spese di funzionamento al fine di ripristinare, a tutela della previdenza ed assistenza pubblica, la piena funzionalità dell’Istituto”.
Il Fatto Quotidiano | 1 ottobre 2013