Le iniziative. Le statistiche, gli incontri e i progetti delle imprese per la parità di genere sul lavoro. Tra i giovani cala la quota di chi vede gli uomini favoriti in carriera
L’Italia resta fanalino di coda con meno del 50% delle donne che hanno accesso al mondo del lavoro, anche se le giovani sono sempre più ottimiste, nonostante il 64% di loro pensi ancora che gli uomini siano più facilitati nella carriera (contro il 73% di tutte le donne – ogni età – che pensa la stessa cosa).
Il 73% delle ragazze tra i 18 e i 24 anni ritiene che non vi siano differenze tra uomini e donne nella possibilità di affrontare qualsiasi percorso di studi, ma sono comunque il 20% le ragazze che pensano che ci siano facoltà per le quali le donne siano «più portate».
Sono alcuni dati emersi durante «La nuvola rosa» (www.lanuvolarosa.it, la piattaforma digitale), l’incontro fiorentino per presentare il progetto Microsoft che sostiene la formazione scientifica delle giovani donne (ha partecipato anche il sindaco Matteo Renzi).
Tra i partner Unicredit, Asus, Boston Consulting Group.
«Si iniziano a percepire dei cambiamenti nel modo di pensare da parte delle giovani generazioni, anche se rimangono dei pregiudizi nei confronti di alcuni percorsi di carriera da parte anche delle giovanissime», afferma Monica Rancati, responsabile delle risorse umane per l’Europa occidentale in Microsoft.
Una sempre maggiore partecipazione femminile alla vita aziendale è fondamentale, dice Rancati, perché rappresenta un valore aggiunto anche dal punto di vista dei consumi. Attualmente la percentuale di donne in azienda nel nostro Paese è del 30%. In generale, nei settori tech e telco saranno 900 mila i giovani neolaureati che verranno inseriti in Europa entro il 2015, e per il 90% delle professioni serviranno competenze tecnologiche. Per quanto riguarda l’area Western Europe di Microsoft l’anno prossimo entreranno 120 persone e attraverso il programma Youth Spark, che coinvolge anche alcuni partner di Microsoft, saranno disponibili 300 mila posti di lavoro nel mondo.
Nel gruppo Unicredit invece le donne sono il 59%. «Per quanto riguarda il genere abbiamo un programma che prevede investimenti per sviluppare una misurazione puntuale, iniziative di formazione, una comunicazione dedicata e strumenti di work-life balance», spiega Ludovica Lardera, responsabile group sustainability del gruppo bancario, che in Italia ha appena lanciato un piano di assunzione di 400 giovani laureati e 100 professional nel giro di 18 mesi e che per le donne ha creato l’Unicredit Women Network.
La consapevolezza di sé, per le donne, è ancora limitata anche nel mondo della consulenza.
Sono infatti solo il 25% i curricula di donne che arrivano a Boston Consulting Group e altrettante le figure che vengono inserite. «Le ragazze ritengono questo tipo di carriera meno adatta a loro», spiega Monica Regazzi, partner e managing director di Bcg, che ha numerose iniziative per trattenere i profili femminili.
Per esempio dopo la maternità, soprattutto per le figure senior alle quali viene concessa una certa flessibilità. Bcg ha anche creato un network al femminile che organizza incontri anche per farsi conoscere nelle Università. In questo caso sono una sessantina i professionisti, per la maggio parte junior, che verranno inseriti nell’area Italia, Grecia e Turchia.
Punta infine su di una maggiore accessibilità alla tecnologia da parte delle giovani Asus, che studia appositamente dispositivi e device dal design curato per il pubblico femminile. Secondo quanto riferisce Manuela Lavezzari, marketing manager, ASUSTek Italy ha nel suo team il 40% di donne, il 21% delle quali manager.
Corriere della Sera – Irene Consigliere – 24 maggio 2013