Un assessore da Napoli, da Ferrara il tesoriere della Federazione della Sinistra, da Torino un ornitologo della Lipu, da Milano il Responsibile del Dipartimento Economia di Rifondazione e dall’Idv il capogruppo alla Camera di Bolzano e il responsabile organizzativo di Bergamo.
Non hanno stoffa rivoluzionaria i veneti: nelle liste per Camera e Senato di Rivoluzione Civile solo dal sesto posti in poi si vedono i nomi della vicentina Cinzia Bottene dei No Dal Molin alla Camera per Veneto 1 e della pasionaria veneziana della Vinyls Nicoletta Zago nella circoscrizione 2. In compenso, al Senato la presidente del consiglio comunale di Padova Daniela Ruffini è al terzo posto. Nessuna chance di entrare in parlamento, insomma. Perciò è rivolta contro i paracadutati: Cambiare Si Può a Venezia annuncia lo strappo («non ci sono più le condizioni per aderire al progetto», dice Giampietro Pizzi), la docente dello Iuav Maria Rosa Vittadini ha ritirato la candidatura e a Padova gli attivisti di Alba-Alleanza Lavoro Benicomuni Ambiente non hanno preso affatto bene il settimo posto riservato a Giovanni Palombarini, ex magistrato: oggi il comitato operativo si riunirà a Roma per decidere le sue strategie di desistenza. «Nel percorso di costruzione delle liste non c’è stata discontinuità rispetto ai vecchi metodi dei partiti», allarga le braccia Giuliana Beltrame.
Le assemblee dei movimenti avevano infatti incoronato all’unanimità i loro capilista dopo Ingroia: per la Camera a Veneto 2 la Vittadini e la Zago, per la circoscrizione Veneto 1 Palombarini e da Verona e Mimma Spurio di Acqua bene Comune. A Roma Ingroia, Idv, Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani hanno invece messo al Senato il presidente alla Camera di Ivd Antonio Borghesi e l’esperto della Lipu Giuliano Tallone; alla Camera Veneto 1 Lucarelli, assessore napoletano della giunta de Magistris, il tesoriere dei Comunisti italiani e di Fed Roberto Soffritti, il volto dell’antimafia di Gabriella Stramaccioni, presidente di Libera, e il blogger del Fatto Quotidiano Michele Dotti; nella circoscrizione veneziana il presidente del Wwf Stefano Leoni, il responsabile dell’organizzazione dell’Idv Ivan Rota, l’economista di Rifondazione Augusto Rocchi, ex sindacalista, e il deputato Idv Pierfelice Zazzera, pugliese.
«Caro Ingroia,così, noi non ci stiamo» è l’incipit della letta che i movimentisti veneziani hanno inviato al candidato leader. «Se uno vuole scegliersi la società civile che gli piace, sappia che la società civile è in grado di rappresentarsi da sola», dice Pizzo a nome di Cambiare Si Può. La svolta al movimento la darà un’assemblea la prossima settimana. «Vada tranquilla la Vittadini: più che di Cambiare si può mi sembra una della vecchia politica», alza il sopracciglio il segretario regionale di Idv Gennaro Marotta. «Lo scopo è avere in parlamento rappresentanti della sinistra, al di là dei personalismi», media dai Comunisti Italiani il segretario veneziano Francesco Di Cataldo. «Noi di Rifondazione abbiamo fatto un passo indietro per agevolare la società civile, ma altri partiti non hanno fatto altrettanto», ammette il consigliere regionale di Rifondazione Pietrangelo Pettenò.
Monica Zicchiero – Corriere del Veneto – 20 gennaio 2013