Secondo la Commissione europea il piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, previsto dalla legge di bilancio per l’anno 2023, non sarebbe conforme con il regime giuridico degli abbattimenti previsti dalla normativa unionale. Lo conferma il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che al question time ha riferito la posizione dell’Italia.
“Le posizioni confliggenti- ha spiegato il Ministro- potrebbero essere superate mediante l’esplicitazione nella normativa nazionale delle direttive unionali, al fine di assicurare che il piano menzionato, teso essenzialmente a un più efficace controllo della fauna selvatica, non si presuma in contrasto con le disposizioni relative alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nonché con quelle concernenti la conservazione degli uccelli selvatici, direttiva n. 92/43/CEE”.
Sollecitato sul tema da una interrogazione del deputato Alessandro Caramiello (M5S) il Ministro ha fatto sapere che “sono in corso interlocuzioni con altri dicasteri interessati per giungere rapidamente ad una soluzione concertata”. Tuttavia, l’Italia non sarà in grado di proporre correttivi prima di un altro mese.
La procedura di infrazione– Il 7 febbraio 2024 la Commissione europea ha inviato al Governo italiano una lettera di messa in mora per il mancato rispetto della direttiva uccelli (2009/409/CE)
e del regolamento Reach (1907/2006/CE) per la riduzione delle sostanze chimiche. Bruxelles contesta all’Italia la nozione di “zone umide” sul territorio nazionale (paludi, acquitrini, torbiere e specchi d’acqua naturali o artificiali) che richiedono particolari tutele in ragione della ricchezza di biodiversità. La Commissione contesta anche un quadro sanzionatorio “non dissuasivo” per l’uso di munizioni contenenti il piombo, sostanza che dal 2016 è soggetta a restrizioni e soglie massime non superabili per la tutela della salute e dell’ambiente.
Per dirimere la questione il Ministero dell’Ambiente ha avviato un tavolo di confronto con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’Ispra, e il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFAA), con la partecipazione del Ministero dell’agricoltura, del Masaf.
L’Italia chiede più tempo- Entro il 7 aprile, l’Italia avrebbe dovuto rispondere alle obiezioni della Commissione Europea, ma all’Italia serve più tempo: il Ministro Fratin ha riferito di avere chiesto “una proroga di almeno un mese per l’invio delle osservazioni e delle controdeduzioni richieste dalla Commissione”.
Al termine dei lavori, l’Italia “potrà fornire utili indicazioni anche in vista della definizione di possibili proposte normative volte a superare i rilievi formulati”.
In replica l’interrogante On Caramiello si è dichiarato “insoddisfatto” della risposta del Ministro.