Ieri in Veneto è stato registrato il trentottesimo decesso per influenza dall’inizio della stagione. «Mai negli ultimi dieci anni era stato raggiunto un record tanto negativo: il problema è che un’iniezione fa più paura della malattia», fanno sapere dalla Regione, che ha deciso di avviare una robusta campagna di comunicazione a favore delle vaccinazioni.
L’iniziativa è stata lanciata nella sede di Conegliano dell’Usl 7, azienda scelta anche per sperimentare il passaggio dallo storico Pap test al nuovo Hpv nella prevenzione del tumore della cervice uterina. Alla presentazione è intervenuto il governatore Luca Zaia. Tensione stampata sul volto e telefonino bollente in mano, il leghista aveva ben poca voglia di commentare le baruffe padane in corso. «Parliamo piuttosto della nostra eccellente sanità – ha detto il presidente – che intendiamo migliorare ancora attraverso le tecnologie da una parte e la prevenzione dall’altra».
Stando però tragico aggiornamento del sistema di sorveglianza sul virus influenzale, su questo secondo piano occorre lavorare di più. «Non si era mai verificata una mortalità così alta – ha osservato Francesca Russo, dirigente regionale dell’Igiene e sanità pubblica – oltretutto con un’età media tutt’altro che elevata, visto che è attestata sui 64 anni. Purtroppo è stata persa la percezione del rischio delle malattie, che invece continuano a proliferare, causando complicanze e morte. Peraltro temiamo che lo stesso possa verificarsi anche per le vaccinazioni dedicate alle patologie dell’infanzia. Ora dunque speriamo che i veneti capiscano che la vaccinazione è un diritto ma anche un dovere».
Al via dunque l’affissione di manifesti e locandine, ma pure l’attivazione del portale www.vaccinarsinveneto.org, contenente informazioni e consigli anche «contro la disinformazione».
Nel frattempo sarà gradualmente esteso su scala regionale il nuovo test per la diagnosi precoce del tumore femminile. Una volta a regime l’Hpv sarà proposto alle donne di età compresa fra 30 e 64 anni, ma potrà essere chiesto anche dalle altre, nei centri-polo di Treviso, Padova e San Bonifacio. «Dopo che dal 1998 ad oggi due milioni di venete sono state chiamate ad effettuare il Pap test – ha chiosato Zaia – questa novità sarà un’autentica rivoluzione». La fase di avvio sarà gestita dall’azienda sanitaria di Pieve di Soligo, «selezionata per le ottime performance di adesione ai programmi di screening», come ha evidenziato il direttore generale Gian Antonio Dei Tos.
Angela Pederiva – Corriere del Veneto – 8 marzo 2015