Il Ministero della Salute, Direzione Generale della Salute animale e dei medicinali veterinari, ha emanato il Piano Nazionale di Sorveglianza per l’Influenza Aviaria. La direzione progetta, coordina e monitora le attività previste dal Piano, con il supporto scientifico e tecnico del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle, ospitato presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
I Servizi Veterinari Regionali delle 19 Regioni e 2 Province Autonome, che sono responsabili degli alimenti di origine animale, della salute e del benessere degli animali e della sicurezza dei mangimi, svolgono le attività del Piano attraverso le Aziende ULSS. Esse agiscono come enti pubblici responsabili dell’organizzazione e della gestione di tutte le strutture sanitarie pubbliche a livello locale e saranno responsabili dell’attuazione dei protocolli di campionamento nel pollame domestico
Negli ultimi decenni, il settore avicolo nazionale è stato interessato da diversi episodi epidemici di influenza aviaria sia ad alta (HPAI) sia a bassa patogenicità (LPAI). Indipendentemente dal settore produttivo coinvolto (rurale vs. industriale), la maggioranza dei casi si sono concentrati nelle aree ad alta densità di aziende avicole (Densely Populated Poultry Areas, DPPAs), localizzate nel nord Italia, zone caratterizzate inoltre dalla presenza di aree umide in corrispondenza di rotte migratorie e siti di svernamento di numerose specie di uccelli selvatici.
Il programma nazionale di sorveglianza per i virus dell’influenza aviaria (AI) nel pollame domestico è un programma di sorveglianza mirata basata sui rischi (SBR), in base alle disposizioni, criteri e linee guida di cui all’Allegato II del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione. In quanto tale, integra attività di sorveglianza attiva ad un sistema di individuazione precoce tramite sorveglianza passiva.
Il Piano 2022 è stato definito considerando i seguenti fattori di rischio:
– ubicazione dell’allevamento in prossimità di zone umide o in zone caratterizzate da un’elevata densità di uccelli selvatici migratori, in particolare quelli delle specie bersaglio elencate sul sito EURL;
– ubicazione dell’allevamento in aree ad elevata densità avicola (DPPA), e conseguente struttura e complessità del sistema produttivo incluse le connessioni funzionali tra gli stabilimenti;
– caratteristiche strutturali e gestionali del sistema produttivo avicolo;
– situazione epidemiologica passata e attuale (fattori di rischio per l’introduzione e la diffusione dei virus influenzali identificati durante il corso di precedenti epidemie);
– flusso e tipologia di scambi commerciali;
– specie e tipologia produttiva (presenza nell’azienda di categorie di pollame a lunga vita produttiva, multi-età e multi-specie, suscettibilità e probabilità di infezione
– misure di biosicurezza degli allevamenti commerciali di specie a rischio;
– presenza di aziende avicole free-range e/o aziende in cui il pollame può entrare in contatto con i volatili selvatici (assenza di barriere o barriere non funzionali).
– le valutazioni del rischio ei pareri scientifici rilasciati dal Centro Nazionale di Referenza per l’Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle in relazione alla rilevanza della diffusione dei virus influenzali ad alta patogenicità da parte degli uccelli selvatici..
Le province identificate come ad alto rischio di introduzione e diffusione del virus di influenza aviaria, sono:
– Emilia Romagna: province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna;
– Lombardia: province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova;
– Piemonte: province di Cuneo;
– Veneto: province di Padova, Rovigo, Venezia, Verona e Vicenza
Le province identificate come a medio rischio di introduzione e diffusione del virus di influenza aviaria, sono:
– Friuli-Venezia-Giulia: province di Pordenone e Udine;
– Lazio: provincia di Viterbo;
– Umbria: province di Perugia e Terni;
– Veneto: provincia di Treviso.
Il rimanente territorio nazionale italiano è considerato a basso rischio e le attività di sorveglianza saranno basate sulla notifica di casi sospetti di influenza aviaria (sorveglianza passiva) e sulla sorveglianza attiva negli allevamenti rurali (svezzatori) come definito dalla legislazione nazionale vigente.
Facendo seguito alla valutazione del rischio, saranno inclusi nell’ambito della sorveglianza anche allevamenti rurali e svezzatori. Le caratteristiche di tali allevamenti infatti li rendono maggiormente a rischio per quanto riguarda nuove introduzioni virali. In considerazione della breve vita produttiva saranno esclusi dal piano di monitoraggio i broiler e le quaglie da carne.
Il Piano dettaglia la strategia alla base della selezione delle aziende, il numero di aziende da campionare e il numero di campioni da prelevare in ciascuna azienda sono descritti in dettaglio insieme alle procedure di campionamento
Nel programma di sorveglianza saranno sottoposte a campionamento:
- a) galline ovaiole;
- b) galline ovaiole free-range;
- c) polli riproduttori;
- d) tacchini da carne;
- e) tacchini riproduttori;
- f) quaglie riproduttori;
- g) faraone riproduttori;
- h) anatre da carne;
- i) anatre riproduttori;
- j) oche da carne;
- k) oche riproduttori;
- l) selvaggina da penna (gallinacei) sia riproduttori che adulti;
- m) ratiti.