Due focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità sono stati confermati in queste ore in Veneto. Si tratta dei primi focolai nel pollame domestico in Italia, da quando è iniziata la nuova epidemia. In data 21 gennaio l’IzsVe, sede del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza aviaria, ha confermato la positività per virus influenzale tipo A sottotipo H5N8 HPAI su campioni di un allevamento industriale di tacchini da ingrasso situato nel comune di Mira in Provincia di Venezia. In data 20 gennaio, il veterinario aziendale dell’allevamento, dove erano presenti circa 20.500 soggetti maschi, aveva segnalato mortalità anomala ed effettuato prelievi inviati alla sede di Forlì dell’Izsler per la ricerca di virus influenzale. Nella tarda serata del 21 gennaio la conferma della presenza del virus H5N8 da parte dell’IzsVe. Il 23 gennaio il Centro di referenza ha caratterizzato il virus come Influenza Aviaria ad alta patogenicità. Le autorità sanitarie regionali hanno disposto l’applicazione di quanto previsto dal decreto legislativo 9/2010. La mappa. La notifica Oie
Al momento dell’indagine epidemiologica, erano presenti nell’allevamento 20.500 tacchini maschi, la sintomatologia e la mortalità elevata (10%) era presente in uno dei quattro capannoni con animali. L’Autorità competente ha definito le zone di protezione e di sorveglianza (3 e 10 km) intorno al focolaio e sono state adottate le misure di controllo ed eradicazione previste dalla vigente normativa (D.Lgs. 9/2010). Nel contesto epidemiologico nazionale ed europeo, questo focolaio sostenuto dal sottotipo H5N8 è il primo che ha interessato il settore domestico industriale italiano. Sempre in data 21 gennaio, il CRN ha confermato una positività per virus influenzale tipo A ad alta patogenicità (HPAI), sottotipo H5N8, in organi prelevati da un cigno selvatico (Cygnus cygnus) ritrovato morto nei pressi della foce del fiume Natissa, in provincia di Gorizia (Regione Friuli Venezia Giulia). Ulteriori analisi del virus sono in corso.
Il 23 gennaio 2017 è stato confermato un secondo focolaio per il sierotipo H5N8, isolato in un allevamento correlato epidemiologicamente al primo focolaio del Comune di Mira (VE). L’indice di patogenicità è in corso. Si tratta di un allevamento di tacchini sito nel Comune di Piove di Sacco, provincia di Padova, Regione Veneto, ricadente nella zona di sorveglianza istituita a seguito del primo focolaio sopra citato. Dalle prime informazioni nell’allevamento sono presenti circa 22.630 tacchini che hanno mostrato negli ultimi giorni lieve mortalità. Le operazioni di abbattimento inizieranno nella giornata di domani 25 gennaio 2017 e sono in corso le operazioni di indagine epidemiologica volte a individuare eventuali allevamenti di pollame correlati epidemiologicamente.
La Direzione Generale della Sanità Animale del Minsalute, rilevato il pericolo di diffusione della malattia, con una nota del 23 gennaio ha comunicato la conferma del primo focolaio e ha invitato i Servizi Veterinari regionali a rispettare quanto contenuto nelle recenti note ministeriali diffuse a novembre e a dicembre (Prot. 25636 del 9 novembre; prot 28107 del 7 dicembre; prot 29861 del 30 dicembre 2016). Con una nota del 24 gennaio ha comunicato la conferma del nuovo focolaio a Piove di Sacco.
“Considerata la necessità di rispettare le rigide procedure regionali, al fine di impedire l’eventuale diffondersi della malattia tra altri animali”, si legge in una nota del Comune di Mira, “il sindaco ha firmato l’ordinanza che convalida il sequestro delle strutture di allevamento e di tutti i tacchini allevati, disponendone l’immediato abbattimento in loco, la distruzione delle carcasse e di tutti i materiali o rifiuti potenzialmente contaminati come mangime, lettiere o letame. La stessa ordinanza dispone anche pulizia e disinfezione dei locali e dei veicoli utilizzati per il trasporto degli animali. Sarà istituita una zona di protezione e sorveglianza intorno alla sede del focolaio, nelle quali verranno applicate rigide misure sanitarie”. Il sindaco è in stretto contatto con il Servizio Veterinario dell’azienda Ulss 3 Serenissima (sede di Mirano). L’ordinanza è stata predisposta rispettando la comunicazione dei Servizi Veterinari della Ulss 3 Serenissima, il testo unico delle leggi sanitarie, il Regolamento di Polizia Veterinaria e le direttive europee in materia di misure comunitarie di lotta contro l’influenza aviaria.
Allerta massima dell’Oms
La variante H5N8, che è mortale per gli uccelli ma non è stata ancora rinvenuta negli esseri umani, si è diffusa in Europa e in Medio Oriente dalla fine del 2016, provocando l’abbattimento di centinaia di migliaia di animali. Proprio da lunedì l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è in allerta massima a causa della rapida diffusione di focolai di influenza aviaria, con casi segnalati in circa 40 Paesi dal settembre scorso. «Chiedo ai Paesi di vigilare attentamente sui focolai di influenza aviaria nel pollame e sui casi che riguardano le persone e possano essere associati ad essi», ha dichiarato la direttrice generale, Margaret Chan, sottolineando che in due occasioni non è stato possibile escludere il contagio tra persone. Quello veneto è il primo focolaio nel pollame domestico in Italia da quando è ripartita la nuova epidemia.
In Germania e Francia le situazioni più serie
La situazione italiana è ancora lontana dalla Germania, dove all’inizio dell’anno è stata ordinata l’uccisione di 77 mila tra tacchini, polli e anatre. Ancora più grave l’epidemia in Francia dove i focolai sono oltre 90 ed sono state abbattute 800 mila oche usate per il foie gras. Il virus, trasmesso dagli uccelli migratori, non è pericoloso per l’uomo ma ha prodotto danni serissimi all’economia francese che teme di perdere fino a 80 milioni di euro. Il virus ha toccato in Europa Austria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Polonia, Gran Bretagna, Romania, Serbia, Repubblica Ceca, Svizzera, Ungheria, Svezia, Slovenia e ora anche l’Italia.
23 gennaio 2017