Abbattute circa 37 mila galline ovaiole in un allevamento di Porto Tolle in via preventiva. Niente allarmismi, ma esclusivamente una misura cautelare che è stata adottata a seguito dell’indagine epidemiologica effettuata dal Servizio veterinario relativo al focolaio di influenza aviaria, individuato nei giorni scorsi a Porto Viro e che aveva portato all’abbattimenti di altre 36 mila galline. Come si legge nell’ordinanza emessa dal sindaco Claudio Bellan, l’azienda in questione è stata definita a contatto con focolaio primario di influenza aviaria.
Sequestro dell’allevamento e di tutti gli animali presenti. Abbattimento delle migliaia di galline. La distruzione delle carcasse in maniera da distruggere il virus dell’influenza aviaria – qualora presente – la pulizia e la disinfestazione di tutti i locali dove stavano gli animali, le zone circostanti, i veicoli normalmente adibiti per il trasporto.
Di questo parla l’ordinanza del sindaco Claudio Bellan, primo cittadino di Porto Tolle, emessa martedì 31 gennaio. Non si tratta – importante precisarlo – di un nuovo caso di influenza aviaria riscontrata, dopo quello di Porto Viro dove, in effetti, il virus era stato individuato. Dopo i riscontri positivi sulla presenza del virus, infatti, era partita una indagine epidemiologica, come sempre avviene in questi casi, per scoprire se ci fossero allevamenti o aziende collegati con quelle che, a livello regionale, erano risultate positive al virus.
Sarebbe quindi emerso che un allevamento del territorio comunale di Porto Tolle sarebbe risultato una “azienda a contatto con focolaio primari di influenza aviaria”. Da qui i provvedimenti conseguenti.
Da parte sua, il sindaco Claudio Bellan vuole evitare allarmismi che potrebbero essere infondati. “A quanto ne so – spiega – non possiamo assolutamente parlare di presenza conclamata del virus, dal momento che mi risulta che i riscontri conclusivi sui campioni ancora non ci sono”.
Si tratta quindi di una misura cautelare, derivante appunto dagli accertamenti dell’Ulss 5 a seguito dell’individuazione dei primo focolaio a Porto Viro. “Risulta che forse un camion usato in quest’ultimo allevamento possa essere arrivato anche nel nostro – prosegue – e quindi si è deciso di essere sicuri al cento per cento per evitare possibili contaminazioni”.
Rovigoggi – 3 febbraio 2017