Repubblica. Accelera la corsa dell’inflazione, che a gennaio raggiunge il 4,8%, ai massimi dall’aprile 1996. Quasi un punto in più rispetto al 3,9% di dicembre. Ma quello che è ancora più abnorme è l’aumento dei prezzi al consumo su base mensile, più 1,6%, rileva l’Istat nelle stime preliminari. Per trovare un dato analogo bisogna andare indietro di 40 anni, all’ottobre 1982. Un tasso più che doppio rispetto al 2% che «la Bce considera un livello sano», ricorda Federico Polidoro, responsabile Istat delle rilevazioni dei prezzi al consumo. Una normalità che già ora è lontanissima: l’inflazione acquisita per il 2022 (se non ci fossero cioè ulteriori aumenti) è già al 3,4%.Se questo trend si consolidasse fino a diventare un «elemento patologico », anziché cominciare a ridursi a partire dal secondo trimestre, come si attendono gli analisti, anche per l’Istat sarebbero legittime le preoccupazioni per gli effetti sulla crescita del Pil, conferma Polidoro.
Il rialzo è dovuto soprattutto alla corsa dell’energia, ma non solo. Ormai sono alle stelle anche i prezzi di tutto quello che fa parte della vita quotidiana, dal cibo alle attività culturali e del tempo libero ai servizi per la cura della persona. L’inflazione di fondo, quella che cioè esclude i beni energetici, è all’1,8%, perché i rincari del gas e dell’elettricità, uniti a quelli del costo delle materie prime, stanno producendo aumenti a catena anche su altri beni e servizi. E per i prodotti ad alta frequenza di acquisto l’inflazione è già al 4,3%. Ecco perché la corsa dei prezzi «desta preoccupazione non solo per le conseguenze economiche ma anche per quelle sociali», sottolinea Cristina Freguja, direttore centrale per le Statistiche Sociali dell’Istat. L’impatto inflazionistico è «più ampio per le famiglie più povere», costrette a utilizzare una quota maggiore del proprio reddito per le bollette e i generi di prima necessità rispetto alle famiglie più abbienti. Già nel 2021 l’inflazione dei più poveri era al 2,4% e quella dei più ricchi all’1,6%, un divario che non potrà che crescere. Per l’Unione Nazionale Consumatori l’inflazione al 4,8% si traduce, per una coppia con due figli, in un aumento del costo della vita pari a 1.715 euro su base annua. Anche le organizzazioni imprenditoriali, da Fipe a Federdistribuzione, lanciano l’allarme per la perdita di potere d’acquisto delle famiglie.
La fiammata dei prezzi preoccupa il governo. «C’è molta attenzione, ma non allarme, sui possibili impatti: dal Pil alle imprese e famiglie », dice una fonte. Al centro dei ragionamenti di queste ore finiscono le bollette, visto che i due terzi del super rialzo inflattivo è legato ai costi energetici. Un rialzo però che i tecnici dell’Economia e di Palazzo Chigi ritengono, al pari di molti economisti e della stessa Bce, ancora legato a fattori temporanei: dalla repentina ripresa mondiale che ha intasato le catene di fornitura alle tensioni geopolitiche.
Ecco perché si ragiona su un altro decreto legge di importo pari al Sostegni ter di gennaio: 5 miliardi per aiutare le imprese piccole e grandi in sofferenza e ancora le famiglie. Il governo ha stanziato già 5,5 miliardi nel 2021 e altrettanto sul primo trimestre 2022, per un totale di 11 miliardi. Un decreto Sostegni quater sarebbe di analogo peso e coprirebbe il secondo trimestre dell’anno, quando il costo del gas — già oggi dimezzato rispetto al picco: 70 anziché 145 euro al kilowattora — scenderà ancora per ragioni climatiche, con la bella stagione.
Ne hanno parlato ieri il ministro dell’Economia Daniele Franco che ha ricevuto il leader della Lega Matteo Salvini accompagnato dal sottosegretario leghista Federico Freni. Il ministro ha ascoltato le richieste — «proteggere le piccole imprese per non inceppare la ripresa, dal barista al ciabattino, al ristoratore» — e ha confermato di avere «allo studio altri interventi». Non ci sarà però un nuovo scostamento di bilancio, richiesto ancora ieri anche dal leader M5S Giuseppe Conte. «Per ora niente deficit», ha messo in chiaro Franco. I fondi saranno recuperati nelle pieghe del bilancio dello Stato.