Stamane la ministra dell’Economia tedesca, Brigitte Zypries, si è concessa un’ardita fuga in avanti, sugli incontri washingtoniani tra Donald Trump e Angela Merkel, rinviati qualche giorno fa per il maltempo. Nello scenario peggiore, se Trump dovesse confermare una tassa sulle importazioni ritenuta illegittima, potrebbe scattare la denuncia degli Stati Uniti all’organizzazione mondiale per il commercio, il Wto. “Negli accordi Wto – ha spiegato – è chiaramente scritto che non si possono introdurre dazi superiori al 2,5% sulle auto”. Da Washington arrivano minacce molto diverse sulla possibile tassa sulle importazioni: i Repubblicani parlano di un 20%, Trump si è spinto a minacciare il 35%.
Merkel incontra oggi a Washington per la prima volta il presidente americano in un’atmosfera di incertezza senza precedenti, stando agli sherpa. Sul tavolo, oltre al tema centrale del commercio, ci sarà anche quello degli impegni sul fronte della Difesa e della Nato. Secondo una fonte governativa, la cancelliera ha intenzione di spiegare al presidente americano che l’incremento della spesa promesso al vertice Nato di Cardiff – il 2% del Pil entro il 2024 – va interpretato. La Germania ha aumentato enormemente la quota di investimenti per la Difesa: oggi è l’1,23%. E Merkel intende spiegare che a quella quota andrebbero aggiunte le spese per le missioni internazionali di peacekeeping – l’esempio classico è l’Afghanistan, dove i tedeschi sono ormai presenti da 16 anni – e persino quelle per la cooperazione internazionale, gli impegni militari e finanziari in Africa, volti anche a frenare le spinte migratorie.
Nella conferenza stampa a Berlino, ieri sera, il segretario al Tesoro Mnuchin è stato ancora una volta abbottonato sul tema che sarà al centro dei colloqui tra la cancelliera e il presidente americano, quello del libero scambio. Ha solo confermato che c’è una riflessione sui dazi alle frontiere. Un punto che sta infiammando anche i colloqui tra gli sherpa riuniti oggi per il G20 finanziario a Baden-Baden. Contro la vecchia formulazione della necessità di uno scambio “basato su regole” e “multilaterale” la pretesa americana di un commercio internazionale “equo”.
A Washington, con Merkel ci saranno tre big dell’industria tedesca che viaggeranno con lei per illustrare i pregi del sistema di formazione duale tedesco, brancolano nel buio. Joe Kaesar (Siemens), Harald Krueger (Bmw) e Klaus Rosenfeld (Schaeffler) incontreranno i boss di Dow Chemical, Ibm e salesforce.com. Ma la presenza ai colloqui del Rasputin dell’amministrazione trumpiana, il capo stratega Stephen Bannon, fa pensare a un incontro difficile. Secondo fonti industriali citate dalla Sueddeutsche Zeitung, “c’è la speranza che un tema positivo come la formazione e l’apprendistato possa unire”.
Repubblica.it – 17 marzo 2017