Incremento del Fondo sanitario in rapporto al Pil senza arretramenti, professioni sanitarie al centro e nuovi Lea in dirittura d’arrivo. Questi i tre temi oggetto del confronto di questa mattina tra ministra della salute Beatrice Lorenzin e presidenti delle Regioni.
«L’incontro con la Conferenza delle Regioni – spiega la ministra – è andato molto bene. Abbiamo fatto il punto su questi due anni straordinari di applicazione del Patto della Salute, che è quasi completamente esaurito nella sua azione programmatica. Abbiamo anche individuato quelli che sono gli obiettivi da raggiungere nel prossimo Patto». E sulle risorse, «abbiamo affrontato la discussione in modo molto costruttivo – continua Lorenzin – partendo da quanto abbiamo fatto e quanto stanno facendo le Regioni per migliorare i loro modelli organizzativi. Poi al netto di questo occorre lavorare su un incremento del Fondo sanitario nazionale e adeguato all’incremento del Pil del nostro Paese» .
Altro tema sul tavolo, quello delle professioni sanitarie: «È una priorità del governo – sottolinea Lorenzin – ci siamo già incontrati a Palazzo Chigi, il tema delle professioni sanitarie non è eludibile, hanno fatto dei sacrifici per ternere barra al centro e garantire i servizi, ora il governo sta lavorando a norme innovative, allo sblocco del turnover e per l’implementazione delle risorse del personale».
E sui nuovi Lea il Governo è al rush finale. «Siamo pronti», assicura Lorenzin, adesso «il testo è al Mef e noi stiamo facendo delle consultazioni con le associazioni dei pazienti per valutare dei possibili cambiamenti tecnici laddove ci fossero delle criticità».
La ministra è anche intervenuta brevemente nelle polemiche scatenate dal governatore toscano Enrico Rossi sull’intramoenia. «Questo è il luogo giusto per parlare dell’intramoenia, oggi il presidente delle Regione Toscana Rossi non c’era, ne riparleremo spero la prossima volta. La legge sull’intramoenia c’è e va applicata, attualmente abbiamo disparità forti nelle Regioni, situazioni a macchia di leopardo. Abbiamo però – ha concluso il ministro – un sistema di informatizzazione che ci permette di controllare chi eroga il servizio, i mezzi per monitorarlo ci sono».
Risorse, Lea, personale, qualità delle cure, intramoenia e liste d’attesa. Quadrature complicate. E risorse in più arebbero molto utili. «Ci siamo attestati su alcune questioni come il Lea e il personale – spiega il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dopo l’incontro con la ministra Lorenzin – ma la linea che abbiamo deciso di tenere è che se è vero che non sono più risorse che fanno qualità in sanità, certamente non possiamo arretrare. E dunque, poichè siamo riusciti a trovare una prima intesa che prevede che il Fondo sanitario non rimarrà come previsto a 111 miliardi fino al 2019, dovrà aumentare nei prossimi anni, su questo c’è una piena condivisione tra ministro e Conferenza delle Regioni: più finanziamento servirà a mantenere o aumentare la qualità».
E a stretto giro si prepara un prossimo appuntamento Regioni-ministra. «Faremo presto un nuovo incontro con il ministro: le Regioni hanno una spesa che attiene per 3/4 la sanità, è uno degli argomenti con cui più si ha a che fare. Su alcune questioni di buone pratiche dobbiamo vedere come aumentare l’efficienza, penso al tema delle liste d’attesa. Il confronto con il ministro Lorenzin – ha concluso Bonaccini – è stato costruttivo e positivo».
Il Sole 24 Ore – 26 marzo 2016