Si è svolto ieri un incontro urgente tra Governo e Confederazioni presso il Dipartimento Funzione Pubblica sul tema del “lavoro pubblico”. Nonostante l’urgenza non sono state presentate novità sostanziali. Il Governo ha genericamente parlato di “possibili convergenze per riaprire la stagione contrattuale” senza peraltro calendarizzare date a breve scadenza. In realtà questa riunione era già stata prevista prima della pausa estiva ed oggi riconvocata di gran corsa in coincidenza con la fiducia su di una legge di bilancio al momento blindata. Tutte le quattro confederazioni della dirigenza hanno criticato con fermezza le proposte governative su contratto e legge di bilancio. Nessun chiarimento sull’effettiva consistenza degli aumenti contrattuali oggi confinati in maniera indistinta in un “fondo per i pubblico impiego”: non è chiaro quanto sarà riservato ai contratti e quante risorse verranno destinate alle assunzioni e ad altri interventi. Per quanto riguarda il fondo sanitario, dovrà soddisfare anch’esso diverse voci (farmaci, assunzioni e contratto propriamente detto).
Nel suo intervento COSMED ha ricordato che oggi si sarebbe dovuto svolgere lo sciopero della Dirigenza sanitaria, per il quale la commissione di garanzia ha negato l’autorizzazione.
Il lavoro pubblico ha sacrificato ingenti risorse durante il blocco contrattuale perdurante da 7 anni.
Il contratto diventa di difficile avvio senza un incremento delle risorse abbinato ad agevolazioni fiscali e welfare aziendale, nonché il recupero dei tagli dei fondi contrattuali, quanto meno per il futuro.
Infatti gli aumenti proposti non compensano nemmeno i tagli effettuati con la manomissione del contratto precedente.
Insistere su questa linea significherebbe pretendere che i sindacati firmino un contratto in perdita.
Perfino il contratto dei metalmeccanici, sottoscritto in questi giorni, è stato possibile solo con la convergenza di aumenti stipendiali, detassazione e welfare aziendale.
Inoltre la mancata detassazione del salario accessorio per il pubblico impiego costituisce una discriminazione offensiva nei confronti dei dipendenti pubblici e nel settore sanità un alterazione della concorrenza tra pubblico e privato accreditato. Se così avverrà, il Governo formalizzerà la volontà politica di voler privilegiare la sanità privata rispetto al servizio pubblico.
COSMED ha chiesto espressamente al governo, rappresentato dal sottosegretario Rughetti, sulla base di alcune dichiarazioni del Ministro Madia riportate dalla stampa, se la sentenza della Corte sulla dirigenza pubblica ostacolerà il rinnovo dei contratti.
Infatti se così fosse sarebbe una intollerabile strumentalizzazione senza fondamento reale.
Al riguardo il sottosegretario Rughetti, dopo avere chiarito in maniera inequivocabile che il decreto legislativo sulla dirigenza pubblica “è morto” perché ormai è scaduta la delega, ha precisato che non c’è automatismo tra sentenza e contratti anche se ci sono riflessioni da fare su altri temi di carattere normativo (fasce “Brunetta” sulla produttività, relazioni sindacali e testo unico dei pubblico impiego).
Al momento il Governo non ha ancora deciso se riproporre i contenuti con un disegno di legge ordinario o “trovare altre strade”, sui decreti già emanati (i cosiddetti provvedimenti sui “ furbetti del cartellino” e sulle direzioni generali e aziendali della sanità) andrà trovata una intesa con le regioni per fare un decreto correttivo.
COSMED ha concluso l’intervento ribadendo le aspettative sulla legge di bilancio e offrendo collaborazione sui contenuti tecnici della futura riforma.
Critiche anche le altre sigle (si veda sotto il comunicato ANSA).
A precisa domanda sulla distribuzione delle risorse contrattuali, il sottosegretario ha ribadito che l’orientamento del Governo è quello di privilegiare i salari più bassi.
In tal senso le risorse per la dirigenza potrebbero essere intaccate.
In definitiva una dichiarata disponibilità al confronto senza nessuna novità concreta messa sul tavolo.
Il Governo dei NO per la dirigenza.
COMUNICATO ANSA
P.A.: sindacati dirigenti, rinnovo contratto alla Robin Hood Critici, aumenti contrattuali sono diversi da assistenza
ROMA, 28 NOV – “Non ci sono risorse per i contratti e il Governo vuole procedere, per sua stessa ammissione, alla ‘Robin Hood’: con un modello a piramide rovesciata dando di più a chi ha di meno”. Così, in coro, i sindacati dei dirigenti della P.A., dopo l’incontro al ministero della Pubblica Amministrazione. “Vogliono fare assistenza con il contratto, che invece servirebbe a riconoscere le professionalità”, spiega Barbara Casagrande della Codirp e aggiunge: Le risorse adeguate per finanziare i rinnovi potrebbero essere trovate dal taglio delle consulenze e delle esternalizzazioni”. Per Giorgio Cavallero della Cosmed i dirigenti escono dall’incontro “insoddisfatti, perché con la manovra si sostiene il settore privato, con forti detassazioni mentre poco si dà al pubblico”. Sulla stessa linea Michele Poerio, della Confedir: “Non c’è stata alcuna apertura dal Governo, con tutta probabilità si vedrà cosa succederà dopo il 4 dicembre”. Critico anche Giorgio Rembado della Cida che lamenta: “Non è stato messo un euro” per i dirigenti.
29 novembre 2016