«Aspettiamo che si definiscano i contorni dell’indagine sui Pfas, ma una cosa deve essere chiara: se si parlerà di sversamenti, Miteni è totalmente estranea». Il commento arriva dall’azienda di Trissino, ritenuta coinvolta nel caso del maxi-inquinamento in falda da sostanze perfluoro-alchiliche da un’indagine della procura di Vicenza.
Gli inquirenti vicentini nei giorni scorsi hanno iscritto al registro degli indagati l’ex amministratore, e poi direttore, di Miteni Spa Luigi Guarracino. A confermare la presenza di un indagato è stato il procuratore stesso di Vicenza, Antonino Cappelleri. Gli investigatori stanno inoltre definendo la tipologia di reato ambientale da applicare, e se vadano applicate le leggi attuali o la normativa precedente riguardante i reati attinenti l’inquinamento.
«L’indagine non ha ancora contorni definiti: interverremo nel momento in cui ci saranno delle motivazioni ufficiali sul tipo di reato – intervengono sul tema da Miteni – comunque, è importante ribadire la nostra totale estraneità a sversamenti. Circa i nuovi controlli disposti dalle autorità sanitarie sui lavoratori, ricordiamo che esiste una pubblicazione scientifica internazionale specifica sull’argomento e l’azienda l’ha già resa disponibile, è tutto chiaro e trasparente. Siamo a disposizione per ulteriori richieste». Miteni, alla cui guida come amministratore delegato da qualche mese c’è Antonio Nardone, è finita nel mirino dell’Arpav che la ritiene responsabile di aver prodotto per decenni i Pfas, contribuendo all’inquinamento della falda. L’attenzione sulla vicenda è stata sollevata negli ultimi mesi da un monitoraggio effettuato dalla Regione Veneto e dall’Istituto superiore di sanità, che ha constatato la presenza delle Pfas nel sangue degli abitanti di alcune zone delle province di Vicenza, Verona e Padova. I veneti esposti a sostanze potenzialmente cancerogene rilevate nelle acque sarebbero più di 120mila. Intanto, anche per far fronte all’emergenza Pfas nel Basso Vicentino la società idrica Cvs ha stanziato 1,85 milioni di euro: sono già partiti i lavori per estendere la rete idrica di Grancona, e a Sarego è entrata in funzione la nuova condotta, con la chiusura dei pozzi di Monticello. Cvs ha attivato anche un’azione legale, a cui si sono uniti anche i gestori del servizio idrico Acque Vicentine e Acque del Chiampo, nei confronti dei soggetti inquinatori per ottenere il risarcimento dei danni, ovvero le somme spese dai gestori per far fronte all’emergenza e all’approvvigionamento di acqua.
Andrea Alba – IL Corriere del Veneto – 27 giugno 2016