La valutazione dei rischi in veterinaria. Assenza della normativa in merito alla valutazione dei rischi nell’uso della risonanza magnetica per i veterinari.
Un documento dei ricercatori del Dipartimento di Igiene del lavoro dell’INAIL denuncia alcune mancanze della normativa italiana in merito alle regole per la prevenzione e la tutela della sicurezza dei lavoratori che operano all’interno di strutture veterinarie. Di fatto manca un decreto che legiferi la valutazione dei rischi per veterinari nell’ambito dell’utilizzo di apparecchiature per risonanza magnetica.
L’utilizzo della diagnostica ha sicuramente apportato notevoli benefici per i nostri amici a quattro zampe ma, se per quanto riguarda la medicina umana personale medico e operatori sanitari sono tutelati da regole ben precise in vigore da 25 anni, lo stesso non si può dire per i loro colleghi del settore veterinario. In questi casi l’unica norma di riferimento in merito è il Dlgs. 81/08 ovvero il Testo Unico per la sicurezza sul lavoro, all’interno del quale è presente un richiamo alla Direttiva europea 40/2004 in materia di esposizione a campi elettromagnetici.
L’entrata in vigore di questa direttiva è stata, però, rinviata al 2012, rendendo di fatto non applicabili i limiti di esposizione previsti dall’Unione Europea per la tutela della salute di chi lavora all’interno di cliniche veterinarie ed ambulatori.
Il documento mette in evidenza come i professionisti del settore spesso si ritrovano a contatto con queste apparecchiature per molto tempo, in particolare si fa riferimento al fatto che avendo a che fare con animali in alcuni casi il tempo di permanenza nelle zone a rischio (all’interno di una sala magnete) è maggiore rispetto ai tempi della diagnostica umana.
News Pmi Servizi giovedì, 24 febbraio, 2011