Il provvedimento prevede la soppressione dell’animale se non viene reclamato dal proprietario entro 14 giorni. Il parlamento romeno ha approvato ieri una legge che autorizza l’eutanasia dei cani randagi, il cui alto numero per le strade di Bucarest e di altre città provoca preoccupazione crescente nella popolazione.
Il provvedimento, che prevede la soppressione dei cani randagi se il padrone non si fa vivo entro due settimane dalla loro cattura, è stato adottato una settimana dopo la morte di un bambino aggredito da un branco di cani randagi in un parco di Bucarest. Domenica scorsa centinaia di persone avevano manifestato nella capitale chiedendo alle autorità di trovare una soluzione al fenomeno dei cani randagi.
Fuori dal parlamento centinaia di persone hanno manifestato contro la legge sull’eutanasia, sostenendo invece la sterilizzazione e l’adozione quale soluzione del problema. La nuova legge, di fatto, riporta la Romania al 2001, quando un’ordinanza simile permise per ben sette anni l’uccisione di centinaia di migliaia di cani in tutto il Paese.
«Il comune di Bucarest ha ucciso 144.000 cani dal 2001 al 2007 – afferma Sara Turetta, presidente di Save the Dogs – e ha speso 14 milioni di euro per l’attuazione del programma. Dopo che la legge contro le uccisioni venne approvata nel 2008, l’Amministrazione Pubblica ha continuato a spendere oltre 3 milioni di euro all’anno, finiti nelle casse del dipartimento per il randagismo, effettuando non più di 6.000 sterilizzazioni all’anno, un numero assolutamente ridicolo».
A Bucarest, che conta 1,7 milioni di abitanti, i cani randagi sarebbero oltre 50 mila, secondo dati della municipalità.
La Stampa – 11 settembre 2013