Il Corriere della Sera. I 3.190 nuovi positivi di ieri, lunedì, giorno dai numeri sempre bassi per via dei pochi tamponi processati, non possono nascondere due dati allarmanti: il tasso di positività al 3,8 per cento, che significa che il virus circola tanto — al di là di quanti contagiati si riescano davvero a censire —; e il tasso di occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive, che è di nuovo in crescita (negli ospedali si torna sopra quota 2mila ricoveri). Ed è il Sud, che conta meno letti rispetto al Nord, ma in questi mesi più presenze per rientri e turismo, ad avvicinarsi alla fascia di rischio.
La Sardegna, passata nel giro di una settimana dal 5 al 9% di occupazione nelle rianimazioni, teme di più e prima di tutti di diventare zona gialla. Seguono Lazio e Sicilia, entrambe al 5%. Per le nuove regole, superato il 10% scatta il passaggio in zona gialla; mentre, per i ricoveri nei reparti ordinari, il valore soglia è del 15%. Sicilia, Calabria e Campania sono rispettivamente già al 10, al 9 e al 6. La media nazionale di occupazione è invece del 3% nelle rianimazioni e del 4 in area medica. Entrambi i valori in crescita di circa un punto percentuale.
Già da lunedì 9 agosto, quindi, la Sardegna potrebbe vedersi imporre le misure restrittive: i bar e ristoranti resterebbero aperti sia a pranzo che a cena, ma con servizio al chiuso solo di giorno; i bar poi, non potrebbero servire al bancone ma solo al tavolo; e indossare la mascherina tornerebbe obbligatorio anche all’aperto.
Coniugare zona gialla e turismo, nel suo momento di maggior slancio, potrebbe essere difficile. Ma la classificazione in aree ha funzionato. A dirlo è l’Istituto superiore di sanità che ha misurato l’efficacia delle misure introdotte a novembre scorso: la zona gialla ha ridotto la trasmissibilità del Covid del 13-19%, l’arancione del 27-38, la rossa del 36-45. Ma soprattutto hanno riportato l’epidemia sotto controllo nelle prime tre settimane, evitando circa 25 mila ricoveri, oltre metà dei 44 mila effettuati. Infatti per l’immediato futuro la ricetta non cambia: zone di rischio e uso più esteso del green pass. Con una circolare il ministro Speranza ieri ha chiarito che, con la certificazione verde, si può far visita agli ospiti delle Rsa, ogni giorno per un massimo di 45 minuti.