Occhio a sposare un uomo o una donna molto più grande di voi: la pensione di reversibilità è a rischio. La commissione Lavoro della Camera ha approvato oggi un testo base che racchiude i contenuti di ben 12 progetti di legge.
«Purtroppo l’assegno garantito dal marito defunto – commenta Matteo Bragantini (Lega Nord) che ha firmato il provvedimento capofila – è diventato uno degli obiettivi più ambiti dalle badanti. Oggi, in commissione Lavoro, è stato fatto un importante passo in avanti per fermare lo scandalo delle baby pensioni di reversibilità».
Un anno di indennità di reinserimento lavorativo
Dunque la novità: se il coniuge sopravvissuto ha meno di 35 anni e quello defunto oltre 55 anni, chi rimane in vita, se non ha figli o è inabile al lavoro, avrà una indennità di reinserimento lavorativo al massimo di un anno, pari alla reversibilità. La pensione di reversibilità sarà sospesa fino al compimento dell’età anagrafica del coniuge scomparso e comunque fino ai 65 anni di età.
No all’erogazione di trattamenti ad attivi nel mercato del lavoro
«La pensione di reversibilità – sottolinea Bragantini – nasce dal presupposto di una non
autosufficienza economica del familiare superstite, condivisibile nel caso risulti inabile al lavoro o, comunque, in età talmente avanzata da non consentirgli il reingresso nel mercato del lavoro. Diversamente non è plausibile che le casse previdenziali eroghino per trent’anni e oltre trattamenti in favore di soggetti che per età anagrafica potrebbero ancora essere attivi nel mercato del lavoro».
6 aprile 2011 – ilsole24ore.com