Entro stasera va approvato il decreto che comprende anche il nuovo assetto proprietario di Bankitalia. Scontro in Aula e accuse all’ostruzionismo del M5s
Mancano poche ore. O entro stasera si approva il decreto Imu-Bankitalia, o si paga. Il provvedimento del governo, che tra le altre cose contiene la norma sull’abolizione della seconda rata della tassa sulla casa, è al centro di uno scontro parlamentare durissimo da settimane. Quello che ha portato ieri il deputato grillino Sorial ad insultare il capo dello Stato.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato ordini del giorno a ripetizione per ostacolare la conversione del decreto (soprattutto per la parte riguardante le nuove norme sui possibili detentori di partecipazioni in Banca d’Italia, individuati fondamentalmente in banche e assicurazioni). Un atteggiamento criticato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, che accusa i Cinque stelle di voler far pagare l’Imu agli italiani: “Resto stupefatto dall’ostruzionismo del M5S che ostacola la conversione del dl Imu-Bankitalia in base al quale gli italiani non hanno pagato la seconda rata dell’Imu sulla prima casa. Se raggiungessero il risultato, gli italiani dovrebbero pagare la seconda rata Imu del 2013”. Un’accusa rispedita al mittente: “Non è vero che se non si approva il decreto si pagherà l’Imu – sostengono i grillini – il parlamento può decidere di scorporare una parte del decreto e approvarlo”.
Ma il tempo per quel testo è ormai finito. Oggi scadono i sessanta giorni a disposizione del Parlamento per la conversione. La presidente Boldrini ha fatto sapere che non ricorrerà alla ‘tagliola’, la norma del regolamento della Camera che consente di far cadere in blocco anche gli ordini del giorno per mettere a votazione un testo a prescindere dalla fase di discussione, garantendo così la conversione del decreto. “Ho fatto di tutto per evitarla e continuerò ad adoperarmi per non utilizzarla” scrive Boldrini su Facebook, ma avverte: “Non possiamo permettere però che il decreto decada, con la disastrosa conseguenza di costringere gli italiani a versare la seconda rata dell’Imu sulla prima casa. Ho rivolto quindi un appello ai gruppi al senso di responsabilità”.
Secondo i Cinquestelle il presidente della Repubblica starebbe sempre più avallando i giochi di potere della maggioranza, ignorando la voce del Paese. Già ieri, durante la discussione in Aula, erano comparsi cartelli a firma M5s con su scritto “Giù le mani dalla Banca d’Italia”.
Dalla maggioranza, invece, non si fa attendere la replica sui contenuti del decreto: “Beppe Grillo vuole far pagare la seconda rata dell’Imu – è il commento caustico del deputato Pd Roberto Speranza – il decreto ha avuto la fiducia del Senato e della Camera, è inaccettabile l’ostruzionismo contro la volontà delle due camere”.
Per ora lo stallo è totale. Tramontata anche l’ipotesi scorporo che permetterebbe di separare le due anime del decreto (Imu e Bankitalia) in due atti separati. Ciò avrebbe garantito un voto rapido almeno sull’abolizione della seconda rata dell’Imu. Ma il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha detto ‘no’ a qualsiasi idea di scorporo ritenendola “impraticabile”.
Repubblica – 29 gennaio 2014