Impiegati fuori dagli uffici. Clini: giovedì provvedimento ad hoc. Prosegue ad oltranza lo sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm all’Ilva di Taranto dopo l’annuncio dell’azienda di chiusura dello stabilimento in seguito ai provvedimenti di ieri della magistratura, tra i quali il sequestro dei prodotti finiti e semilavorati con divieto di commercializzarli.
Lo sciopero durerà almeno 24 ore. A Taranto gli operai hanno occupato la direzione – convincendo anche gli impiegati dell’Ufficio personale a lasciare gli uffici – mentre i circa 1.500 metalmeccanici dello stabilimento Ilva di Genova , dopo una breve assemblea, sono usciti dallo stabilimento in corteo e si stanno dirigendo verso l’aeroporto di Genova. Con loro anche i cassa integrati dello stabilimento metallurgico. Arriverà giovedì un provvedimento ad hoc del governo per risolvere la vicenda dell’Ilva di Taranto. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, in tv. «Noi stiamo lavorando per risolvere questa situazione», ha spiegato il ministro in merito ad un eventuale decreto. E «la soluzione sarà pronta per quando ci incontriamo giovedì. Stiamo lavorando per fare in modo che giovedì la conclusione della riunione sia un provvedimento che consente di superare questa situazione», ha aggiunto Clini. E mentre a Taranto davanti alle portinerie sono in atto sit-in di lavoratori, qualche momento di tensione si è registrato tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare. Ieri l’azienda ha anche comunicato la chiusura dell’area a freddo, facendo rimanere a casa i lavoratori di quell’area. Domani si terrà il consiglio di amministrazione dell’Ilva ed è confermato, sempre per domani, l’incontro tra azienda e sindacati, già programmato per discutere della cassa integrazione annunciata per 1.942 dipendenti, prima della nuova bufera giudiziaria. Per giovedì è fissato un incontro tra governo, sindacati ed enti locali a Palazzo Chigi. Intanto all’Ilva di Taranto i badge dei cinquemila dipendenti sono stati disabilitati per motivi di sicurezza. Lo ha rilevato il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini in una dichiarazione. «Le decisioni dei pm hanno costretto l’Ilva a bloccare da subito gli impianti a freddo dello stabilimento di Taranto, fatto che ha determinato la messa in ferie di 5000 dipendenti, ai quali, per motivi di sicurezza, sono stati disattivati i badge di ingresso». «Inevitabilmente – ha sottolineato Calvini – la decisione di bloccare vendita e produzione causerà non solo il blocco dello stabilimento di Genova, ma di innumerevoli altre aziende che senza le forniture dell’Ilva non possono produrre». «Dispiace che mentre l’azienda stava cercando di dare attuazione all’Aia, chiedendo il dissequestro degli impianti, necessario per poter implementare il piano industriale, la magistratura abbia preso una decisione così drastica – ha aggiunto il presidente di Confindustria Genova -. Si tratta di uno scenario drammatico che richiede interventi urgenti e straordinari ai massimi livelli istituzionali per ripristinare immediatamente l’operatività degli impianti. Intnanto sta per iniziare un incontro tra la direzione aziendale dell’Ilva di Taranto e i sindacati dei metalmeccanici di Fiom-Cgil Fim-Cisl e Uilm-Uil che da ieri sono in sciopero dopo la messa in liberta’ (o ferie forzate) degli operai (tra i 3000 e i 5000) dell’area a freddo del siderurgico. La decisione si potrebbe ripercuotere anche sui dipendenti dell’area a caldo (a parte i problemi relativi al sequestro degli impianti) perche’ quella di Taranto e’ una fabbrica a ciclo integrato. «C’e’ un clima di tensione – dice all’Adnkronos Donato Stefanelli, responsabile territoriale della Fiom Cgil – determinato dalla decisione dell’azienda di fermare l’area a freddo che io considero scellerata. Lo sciopero andra’ avanti a oltranza fino a quando non arriveranno le risposte che attendiamo».
Ilsole24ore.com – 27 novembre 2012