Un piccolo ma preoccupante focolaio di influenza aviaria ha provocato la morte di diverse specie animali in un centro di riabilitazione della fauna selvatica nel Regno Unito. L’evento, segnalato in un rapporto pubblicato sulla rivista Emerging Infecious Disease, si è verificato alla fine del 2020 e le prove raccolte suggeriscono che il virus sia stato trasmesso dagli uccelli ai mammiferi, infettando e uccidendo una volpe e almeno tre foche. Questi decessi si sono verificati circa una settimana dopo la morte di cinque cigni malati, giunti al centro di riabilitazione con segni di affaticamento e convulsioni improvvise, e in seguito risultati positivi al ceppo di influenza aviaria H5N8.
La finestra temporale dei decessi ha giustificato ulteriori indagini che hanno determinato che il virus dell’influenza aviaria H5N8 era la causa della morte della volpe rossa e delle convulsioni in diverse foche ospitate nel centro di riabilitazione. La trasmissione del virus, indica il rapporto, si è probabilmente verificata per attraverso aerosol o il contatto con superfici infette, come nel caso di Covid-19. “Per quanto la struttura dove erano alloggiati gli animali sia progettata per limitare la diffusione di microrganismi infettivi attraverso l’uso di buone pratiche igieniche di base, non è una struttura di biosicurezza progettata per gestire agenti patogeni di livello 3 di biosicurezza – indicano gli autori del rapporto – . Pertanto, agenti altamente trasmissibili come l’influenza aviaria possono diffondersi anche con alcune misure di prevenzione delle infezioni in atto”.
L’evento è motivo di preoccupazione per le autorità sanitarie che temono un’altra zoonosi, in quanto non capita spesso che l’influenza aviaria colpisca e causi la morte di diversi mammiferi. Tuttavia, per quanto catastrofico per volpi e foche, le indagini sul ceppo sembrano indicare che il virus non è preoccupante per l’uomo”. “Le indagini genetiche non hanno indicato un aumento del rischio di infezione umana con i virus H5N8 in questo focolaio, pur mostrando come questi virus possano avere rischi per la salute inaspettati e gravi per alcune specie di mammiferi – hanno aggiunto gli autori – . Tuttavia, tali eventi di malattia nelle specie ospiti atipiche costituiscono fattori aggiuntivi che le autorità veterinarie devono considerare durante le epidemie di malattie e sottolineano l’importanza di una sorveglianza delle malattie della fauna selvatica che utilizzi approcci interdisciplinari e collaborativi”.
Il ceppo dell’influenza aviaria H5N8 ha fatto notizia all’inizio di quest’anno poiché è stato identificato per la prima volta nell’uomo, avendo infettato i lavoratori degli impianti di pollame in Russia. Altri ceppi preoccupanti sono H5N1, H7N9 e H5N6, come una manciata di rare eccezioni che possono saltare dagli uccelli alle persone. Questi eventi di “spillover” sono abbastanza rari dagli uccelli ai mammiferi, in generale, rendendo questa infezione nelle volpi e nelle foche un promemoria.
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