Fare il vaccino antinfluenzale potrebbe essere inutile. I virus infatti sono cambiati tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto di modificare la composizione del vaccino, in modo tale da renderlo quadrivalente. Ma, procediamo con ordine.
L’antidoto contro l’influenza pensato per l’inverno 2013/2014 è trivalente, cioè immunizza contro tre tipologie di virus: il ceppo A/California/2009 (l’H1N1), quello A/Victoria/2011 (l’H3N2) e infine quello B/Massacchussets/2012. Dagli ultimi studi compiuti però, pare che stia prendendo piede anche una nuova variante del ceppo B, nello specifico quello che gli addetti ai lavori definiscono B/Brisbane/ 60/2008-like. Cosa fare quindi? Sarebbe utile immunizzare i vaccinati anche contro questo «BB», ma per quest’anno è ormai troppo tardi, a novembre infatti inizia la campagna antinfluenzale e le dosi sono già pronte.
Molte strutture hanno comprato grossi quantitativi di medicinali. La regione Veneto, ad esempio, ha comprato 900 mila vaccini trivalenti e anche la regione Lazio si è munita delle dosi necessarie: 1,12 milioni di flaconi. «Non si può parlare di un costo ma di un investimento», aveva detto Zingaretti, ma a questo punto iniziano a sorgere un po’ di dubbi. Dal Ministero della Salute tutto tace. Ma sapere se questo vaccino è efficace oppure no ci preme saperlo. Per questo, lo abbiamo chiesto al professor Fabrizio Pregliasco (virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano) che ci ha spiegato: «L’efficacia del vaccino non è messa in discussione. È noto che la sua composizione non copre totalmente tutti i virus presenti durante la stagione invernale ma ne attutisce comunque le conseguenze». Precisa ancora il medico: «Ogni anno si fanno degli studi per aggiornare il vaccino. È come se si facesse l’identikit di un nemico e poi lo si aggiornasse annualmente perché con la vecchiaia i suoi connotati cambiano. Ecco così forse si rende l’idea». Insomma, secondo il professor Pregliasco vaccinarsi è comunque utile, nonostante l’attuale gap sul virus BB. «Ci stiamo attrezzando per l’anno prossimo» conclude Pregliasco.
È proprio il virus BB però che preoccupa l’Organizzazione mondiale della Sanità, tanto da consigliare una variante nella composizione delle dosi. Ma per rendere operativa questa dritta è necessario attendere il prossimo anno. Infatti, «è difficile cambiare il vaccino, perché non si fa mica adesso, si produce tra marzo e aprile, quando l’influenza fa la sua prima comparsa nell’emisfero australe», chiarisce il professor Giorgio Palù, a capo del laboratorio di Microbiologia di Padova e presidente nazionale dei virologi. Palù prosegue: «Per averlo bisognerebbe aspettare almeno qualche mese. Ora è tardi per mettere a punto un quadrivalente, a meno che non scoppi un’altra pandemia come quella del 2009». Ma ci auguriamo tutti non sia così.
Probabilmente però la percentuale delle persone che deciderà di vaccinarsi si ridurrà ancora. Già lo scorso anno, secondo alcune stime, la cifra era calata del 25 per cento.
Il sole 24 ore – 28 ottobre 2013