Intanto in Regione una task force sta studiando il modo di ridurre la nuova stangata
Dieci euro in più per le prime e 25 in più per tutti i casi non gravi in pronto soccorso: da domani si applica la manovra votata a Roma
Il dirigente Domenico Mantoan Nessuna eccezione, nessuna riduzione, nessun rinvio. Da domani, lunedì, nel Veneto entrano in vigore le novità della manovra finanziaria salva-conti appena varata a tempo di record dal Parlamento: il superticket sanitario da 10 euro sulle visite specialistiche e le analisi di laboratorio, e quello di 25 euro sui codici bianchi del pronto soccorso. La manovra è stata pubblicata già ieri in Gazzetta ufficiale, per cui è in vigore da oggi e domani entrerà in vigore.
L’AMAREZZA DELL’ASSESSORE. L’assessore regionale Luca Coletto lo annuncia anche se a voce bassa e con non poca amarezza. «Per il momento non c’è nulla da fare. È un rospo che dobbiamo ingoiare. I tempi sono troppo stretti. Dobbiamo applicare ciò che ci viene imposto. Il governo ha trasformato le Regioni in sostituti d’imposta nel senso più brutto della parola».
AUMENTI CHE SI SOMMANO AD ALTRI. In pratica, i 10 euro andranno a sommarsi alle tariffe che già si praticano dal 2007 sulle ricette rosse non esenti da ticket. Per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e day service, e per i test di laboratorio, per i quali i non esenti pagavano già un ticket di 36,15 euro, ora il conto sale a 46,15. Per i codici bianchi che, escluse le ulteriori prestazioni specialistiche erogate, pagavano 25 euro, ora il conto (salato) sale a 50. Le Ulss domani riceveranno questa disposizioni dagli uffici regionali.
PER ADESSO È COSÌ. Domani, e probabilmente anche nei giorni successivi, il cittadino che, ad esempio, vorrà sottoporsi a una risonanza magnetica nucleare o entrerà in pronto soccorso con il codice meno grave in assoluto, dovrà sborsare queste somme. Insomma, una stangata. Entro la settimana, però, la segreteria regionale alla sanità guidata dal dirigente Domenico Mantoan studierà misure alternative per cercare di far pesare meno sulla gente le nuove gabelle.
LE IPOTESI DI MODIFICA. Una task force è già al lavoro da venerdì. L’ipotesi più probabile, per il momento, è che non si riesca a modificare il ticket aggiuntivo di 10 euro sulle ricette rosse della specialistica, e che, invece, si lasci così come è stato finora il ticket di base di 25 euro per i codici bianchi, spalmando viceversa una tariffa sia pure minima sui codici verdi.
SONO SPARITI 381 MILIONI. In pratica, i governatori hanno davanti a sé tre opzioni: o far pagare i nuovi ticket ai cittadini, o decidere di congelarli finanziando con le proprie risorse i 381 milioni che servono e che sono stati sottratti dallo Stato con l’ultima versione della manovra, oppure mettere in atto una raffica di mini ticket. Inventàti con la Finanziaria 2007 insieme al ticket da 25 euro sui codici bianchi, i ticket da 10 euro sulle visite specialistiche e analisi finora erano rimasti sulla carta, perché regolarmente da Roma arrivavano gli 836 milioni che le Regioni avrebbero dovuto ricavare da questa mini-tassa. Ora, però, dopo che si erano dati per garantiti appunto quei 486 milioni necessari da giugno a dicembre, un emendamento ha fatto cambiare improvvisamente rotta: di milioni alle Regioni ne arrivano solo 105, e le Regioni si trovano scoperte. Per il Veneto significa non ricevere più dai 35 ai 38 milioni, che arrivavano cash, e che adesso occorre trovare con i ticket.
C’È UN ALTRO RISCHIO: LA FUGA AL PRIVATO. La Regione corre, però, un altro grosso rischio. Lo spiega il segretario Domenico Mantoan: «Nel Veneto su 21 milioni di ricette rosse, 13 milioni sono esenti ticket e 8 milioni non esenti. Nel 2010 con i ticket sono stati introitati oltre 202 milioni. Con il ticket aggiuntivo del 10 per cento dovremmo arrivare a 284 milioni. Ma non è assolutamente sicuro che sarà così. Ora con il superticket l’utente verrà a pagare 46,15 euro prestazioni che in libera professione o nelle strutture private costano di meno, per cui per il cittadino sarà meno conveniente rivolgersi al servizio sanitario. Il pericolo è che la sanità pubblica perda buona parte di questi soldi a vantaggio dei privati».
REGOLE PIÙ STRETTE SULL’ESENZIONE PER REDDITO. Se consideriamo che nel 2010 l’incremento delle ricette assoggettate a ticket è stato superiore a quello delle ricette esenti ticket, e che tale tendenza potrebbe proseguire nel 2011 per effetto del decreto ministeriale dell’11 novembre del 1998, di recente applicazione, che introduce regole più stringenti sull’esenzione per reddito, allora – conclude il dirigente Mantoan – si può capire come il danno per la sanità pubblica potrebbe essere rilevante».
Il Giornale di Vicenza – 17 luglio 2011