Michela Nicolussi Moro. Tira dritto, la Regione, sulla strategia elaborata per rispondere alla carenza di 1300 medici che, causa pensionamenti, entro il 2025 rischia di allargarsi a 1800. Alle due delibere di Ferragosto con le quali la giunta Zaia ha sancito l’assunzione di 500 neolaureati, si affianca ora una seconda iniziativa, che potrebbe mettere a tacere le polemiche dei sindacati sull’impreparazione dei non specialisti ma è destinata a sollevare la reazione degli Atenei di Padova e Verona. In questi giorni Palazzo Balbi sta infatti perfezionando gli accordi presi nell’ultimo anno con l’Università di Lubiana, in Slovenia, per mandare a specializzare lì i laureati in Medicina esclusi dalle Scuole di specialità della città del Santo e del capoluogo scaligero.
Ora le cose stanno così: Padova mette a disposizione 320 posti per il corso di Medicina e Chirurgia e Verona 180, per un totale di 500, contro i 700 chiesti dalla Regione per soddisfare il fabbisogno negli ospedali. Le scuole di specializzazione delle due Università contano, tra borse di studio nazionali e regionali, complessivamente 642 posti (374 a Padova e 268 a Verona), però il concorso per aggiudicarsi i 552 contratti pagati dallo Stato è nazionale. Solo i 90 finanziati dalla Regione sono riservati ai neodottori residenti in Veneto. E quindi non tutti i 500 laureati tra Padova e Verona accedono alle Scuole. In più i vincitori delle borse di studio statali provenienti dal resto d’Italia una volta diventati specialisti spesso tornano nelle città d’origine. Risultato paradossale: mancanza di camici bianchi in corsia nonostante ci siano 464 neolaureati veneti che vorrebbero diventare specialisti ma non ci riescono. Ecco allora l’idea di mandare a specializzarli a Lubiana. «Del resto lo prevede il Piano sociosanitario — spiega Fabrizio Boron — redatto dopo l’avvio del dibattito sulle possibili soluzioni all’emergenza medici da trovare in fretta, perché non intendiamo chiudere nemmeno un reparto».
In effetti nel Piano sociosanitario 2019/2023, sotto la voce «Rapporti con l’Università», si legge: «Dovranno essere definite e disciplinate le modalità della reciproca collaborazione al fine di soddisfare le specifiche esigenze del Servizio sanitario nazionale connesse alla formazione degli specializzandi. La Regione contribuisce alla formazione specialistica dei propri medici finanziando contratti e borse di studio aggiuntivi presso le Scuole di specializzazione universitaria degli Atenei veneti e contermini». «E Lubiana è a tre ore di macchina, si parla italiano e anche inglese — ragiona Boron —. Visto che la soluzione al problema da Roma non arriva, possiamo sfruttare l’opportunità di stringere accordi con Università dell’Unione Europea, nell’ambito della quale i titoli di studio vengono riconosciuti da tutti gli Stati membri. E’ bene che il Miur cominci a valutare la potenziale fuga all’estero anche dei medici non specialisti. Una volta aperta la strada, sarà difficile correre ai ripari».
Proprio in virtù dell’equipollenza del titolo da conseguire a Lubiana, la Regione si prepara a sottoscrivere una sorta di convenzione che prevede di assegnare all’Ateneo sloveno le borse di studio ora corrisposte alle Università di Verona e Padova, per un totale di 10 milioni di euro. Con la differenza che a Lubiana la specializzazione dura tre anni e non cinque come in Italia e quindi i contratti potrebbero raddoppiare da 90 a 180. Inoltre i nuovi specialisti arriverebbero in ospedale con due anni d’anticipo. Quanto al tipo di specialisti, nella convenzione ogni anno Palazzo Balbi dovrebbe indicare il fabbisogno, per esempio: 50 cardiologi, 100 medici di Pronto soccorso, 30 pediatri.
Le trattative con il rettore dell’Ateneo sloveno (44.512 studenti, 2345 dei quali stranieri) sono in corso e si lavora a un accordo ormai valido per il prossimo anno accademico.
Bisognerà vedere come reagiranno le due Università venete, già andate in frizione con la Regione per le delibere di ferragosto. (Coriere del Veneto)
SANITA’. GIUNTA VENETO SMENTISCE SPECIALIZZAZIONE DI MEDICI ITALIANI IN UNIVERSITA’ DI LUBIANA
L’ufficio Stampa della Giunta regionale del Veneto puntualizza che è assolutamente e palesemente infondata la notizia, pubblicata nell’edizione di oggi del Corriere del Veneto, secondo la quale sarebbero in corso presunti accordi con la facoltà di medicina dell’Università di Lubiana per la specializzazione di medici italiani.
Si smentisce pertanto che esistano contatti, trattative in corso, negoziati di qualsivoglia genere o ipotesi di convenzione con tale ateneo, né che esista la volontà della Giunta regionale – pur avendone le opportunità di legge – di procedere in tale direzione.