Il traffico di animali come quello di droga, ecco le zoomafieAnimali come droga, usati per fare soldi dalle organizzazioni criminali. Attraverso il traffico di cuccioli o di uccellini da richiamo, attraverso corse e lotte clandestine, macellazione non autorizzata. Le zoomafie usano tante strade per raggiungere il profitto contando anche sul fatto di non essere al centro dell’attenzione come le organizzazioni criminali che compiono reati “classici”, come appunto lo spaccio di stupefacenti.
Del fenomeno si è parlato oggi a Bagno a Ripoli, dove la Fondazione Caponnetto ha organizzato il primo vertice dedicato alla lotta alla zoomafia. Ciro Troiano, il criminologo che si occupa di questo tipo di reati per la Lav, Lega antivivisezione, ha sottolineato quanto sia importante intervenire su questi reati in modo mirato. “E’ necessario costituire una banca dati di questi reati, avere un quadro generale dei maltrattamenti di animali permetterebbe alle procure interventi efficaci”. Troiano ha ricordato come proprio a Firenze, nel 1999, venne fatta la prima inchiesta di rilievo internazionale sui combattimenti tra animali. Ha anche sottolineato come esiste il fenomeno dei “canili per delinquere”, strutture non utilizzate per dare un posto da vivere agli animali abbandonati ma piuttosto per incassare soldi dalle amministrazioni senza curarsi delle condizioni degli ospiti. All’incontro hanno partecipato tra gli altri anche la giornalista di Repubblica Margherita D’Amico, Giorgio Giombetti della Fondazione Caponnetto, Marta Ciappelli della polizia forestale di Firenze.
“Questi gruppi criminali raccolgono un’importante fonte di guadagno da questi reati, che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio, guadagnando il massimo e rischiando poco – sottolinea Troiano – La criminalità organizzata dedita ai vari traffici a danno degli animali si distingue per la sua capacità di agire su vasta scala, per il suo orientamento al business, per la capacità di massimizzare il profitto riducendo il rischio. Del resto, il business ha dimensioni considerevoli: sono diversi i miliardi di euro intascati ogni anno, grazie ai numerosi traffici clandestini che sfruttano gli animali”. Tutti i partecipanti hanno sottolineato come i rischi per chi commette questo tipo di reati, in particolare il traffico sia di cuccioli di cane che di animali selvatici, siano comunque inferiori rispetto a quelli di chi sposta la droga. Ma i ricavi sono comunque alti. E infatti le organizzazioni utilizzano precauzioni simili a chi lavora nel campo degli stupefacenti, cambiando spesso i telefoni come i mezzi di trasporto per non essere intercettati.
Repubblica – 17 maggio 2015