La chiamano la “terza via”. Per ottenere la visita specialistica o l’esame di cui si ha bisogno in tempi relativamente rapidi. Mettendo mano al portafogli ma senza svenarsi, come occorrerebbe fare se si prenotasse una visita privata. È la “solvenza calmierata”, l’ultima frontiera della sanità privata made in Lombardia: visite a pagamento, ma con tariffe più basse di quelle tradizionali. Comunque superiori rispetto al ticket del Servizio sanitario nazionale. Una sorta di sovrapprezzo, insomma, che permette di saltare la coda e ridurre i giorni da trascorrere in attesa che arrivi il proprio turno.
A introdurre la novità sono stati diversi tra i grandi centri privati che operano a Milano e nell’hinterland: il San Raffaele e il San Donato, del gruppo controllato dalla famiglia Rotelli. Ma anche la Multimedica di Sesto San Giovanni e l’ospedale San Giuseppe, e poi le strutture che fanno capo all’Auxologico. Tutti centri di eccellenza: chi si rivolge a uno di questi a pagamento dev’essere pronto a spendere almeno 120-150 euro per una visita specialistica. Al contrario dei piccoli centri medici low cost, che sono spuntati come funghi negli ultimi anni, dove per un controllo specialistico si spendono al massimo 60 euro.
Di qui, la strada del sovrapprezzo “tagliacode”, che dà al malato la possibilità di essere visitato prima (ma non da un medico scelto da lui), purché sia disposto a pagare di tasca propria, nella grande struttura d’eccellenza. Una soluzione che, d’altro canto, consente al grande ospedale privato di non perdere pazienti (e clienti) a favore dei centri low cost.
L’iniziativa è partita, tre anni fa, nelle strutture (tra cui i centri San Carlo, San Michele, San Luca e Capitanio) che fanno capo all’Auxologico di piazzale Brescia a Milano: qui l’opzione è scelta dal 10 per cento dei pazienti. Che oggi per una visita cardiologica possono attendere tra sette e dieci giorni pagando 65 euro con la “solvenza calmierata”. Oppure 125 giorni al San Carlo, 133 al San Luca e 127 alla Capitanio, pagando il ticket di 28,50 euro. Più alto il costo di un’ecografia bilaterale al seno: in questo caso, il paziente paga 75 euro per fare l’esame in massimo dieci giorni. Con il ticket a 46,80 euro aspetterebbe circa due mesi in tutte le strutture dell’Auxologico.
«La solvenza calmierata è un’opportunità di scelta in più per il cittadino. Quasi tutte le prestazioni possono essere richieste con questa modalità », assicurano dall’istituto.
Discorso simile nelle strutture del gruppo San Donato, come il San Raffaele e il policlinico San Donato: qui la tariffa si chiama “smart cost” ed è stata introdotta un paio d’anni orsono. Ormai la sceglie un paziente su due, tra quelli che fanno visite ed esami a pagamento. «Con la tariffa smart il paziente ha a disposizione uno specialista dell’équipe di riferimento — spiega Paolo Rotelli, numero uno del gruppo — L’esborso è leggermente più alto rispetto al ticket: per una visita specialistica che prevede un ticket di 28 euro il paziente ne paga circa 50. Mentre con la solvenza piena il costo della visita sarebbe di 120 euro circa: in questo modo cerchiamo di andare incontro alle nuove esigenze di cure della popolazione ». Così, per esempio, per una visita cardiologica semplice (senza esami strumentali) al San Donato un paziente, pagando 28 euro di ticket, deve aspettare 25 giorni. Versandone 120, con la classica tariffa a pagamento, appena due. La via di mezzo? Cinquanta euro, e dieci giorni di attesa, con la tariffa pari a ticket più sovrapprezzo.
Alla Multimedica la tariffa ridotta è disponibile solo per le prime visite e per gli esami semplici, come le ecografie. Costo, 55 euro: così, per una visita cardiologica con il ticket si possono aspettare fino a 33 giorni. Con la tariffa ridotta, al massimo dieci. «Da inizio 2016 — dicono dalla sede di Sesto San Giovanni — finora l’ha scelta un paziente su dieci».
Repubblica – 10 novembre 2016